PALERMO – Agostino Genova, coordinatore dell’Ufficio invalidi, ciechi e sordomuti dell’Asp Palermo, si vantava di fare affari dagli anni ’90. Affari sporchi, secondo l’accusa. L’inchiesta della Procura di Palermo apre una voragine. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno scoperto un presunto giro di corruzione per ottenere pensioni, assegni di accompagnamento e agevolazioni previste dalla legge 104. Sono già stati scoperti dei finti ciechi, ma centinaia i casi sospetti a cui è stato stato il via libera negli uffici di via Gaetano La Loggia a Palermo. Decine le pratiche facilitate, viaggiavano velocemente mentre altre restavano nei cassetti per chissà quanto tempo. (leggi le intercettazioni)
La politica
Sei persone finiscono agli arresti domiciliari e 911 mila euro sotto sequestro. A tanto ammonterebbe il profitto del reato. Genova qualche mese fa è andato in pensione. Dallo scorso dicembre è assessore ai servizi demografici al comune di Partinico. Ha tentato anche la corsa al consiglio comunale di Palermo. I 528 voti raccolti nella Nuova Democrazia Cristiana, il partito di Totò Cuffaro, non gli sono bastati per entrare a Sala delle Lapidi. Andò male anche a Partinico, ma l’indicazione di metterlo in giunta già espressa in campagna elettorale è stata rispettata. Il medico è stato intercettato anche mentre in cambio dei favori avrebbe chiesto voti. Su questo fronte si indaga ancora.
Gli altri indagati
Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia e dagli aggiunti Paolo Guido e Sergio Demontis (il primo ha ricevuto dal secondo il testimone del gruppo di lavoro sui reati contro la pubblica amministrazione) avrebbero svelato l’accordo fra Genova e Rosario Cammalleri, 74 anni, agrigentino di nascita ma vive da anni a Palermo. Fa il medico certificatore, abilitato dall’Inps all’inserimento dei documenti per l’avvio delle pratiche di invalidità. La collaborazione dell’Inps è stata decisiva per le indagini. Sarebbe stato il medico a chiedere l’aiuto di Genova, pagando 250 euro a pratica.
Attorno a loro si muovevano alcuni faccendieri, intermediari tra il pubblico ufficiale e i soggetti che chiedevano i benefici. Ai domiciliari finiscono anche Pietra Di Fiore, 70 anni, residente a Palermo, il venezuelano Carlos Battaglia, 58 anni, residente a San Giuseppe Jato, così come Calogero Randazzo che nel paese in provincia di Palermo gestisce un Caf, e la palermitana Tiziana Giadalupi, 52 anni.
Centinaia di pratiche sotto esame
La voce si era sparsa. In cambio di denaro, ma anche oggetti in oro, Genova avrebbe redatto, anche utilizzando documenti falsi, verbali di riconoscimento di invalidità senza la necessaria verifica dell’esistenza dei requisiti previsti. Sono già stati scoperti dei finti ciechi, ma l’ampio capitolo dei falsi invalidi è tutto da scrivere. Il dirigente avrebbe istruito le pratiche fino al via libera concesso in autonomia senza l’obbligatorio passaggio nella commissione che egli stesso presidiava e nonostante gli altri componenti risultassero presenti. Aveva trovato il modo per entrare nel sistema e fare tutto da casa. Ci sono casi di una dozzina di pratiche validate in una sola notte e da solo.
Il patto sporco, dicono i finanzieri guidati dal colonnello Gianluca Angelini, prevedeva che chi otteneva la pensione senza averne diritto consegnasse le prime mensilità dei benefici erogati o parte degli arretrati riconosciuti.