PALERMO – Tutta colpa degli assorbenti, dei vestiti e di qualche altro effetto personale trovati in casa del fidanzato. Fabiana Truzzolino, 25 anni, lo scorso 23 novembre era finita agli arresti arresti domiciliari per droga. Il tribunale del Riesame l’ha scarcerata, accogliendo l’istanza degli avvocati Vincenzo Giambruno e Alessandro Martorana. Non c’è la prova che fosse a conoscenza del fatto che il fidanzato, Calogero Ganci, 30 anni, nascondesse 5 chili di marijuana in casa a Misilmeri.
Secondo il giudice per le indagini preliminari, la giovane non poteva non sapere dei secchi pieni di erba e delle reti per l’essiccamento. Impossibile non vederli e non sentire l’odore. Al momento dell’irruzione dei carabinieri nella palazzina a due piani nel paese in provincia di Palermo la ragazza si sarebbe anche disfatta di una busta di cellophane piena di droga gettandola nel water. Eppure disse di non esserne a conoscenza. Da qui l’ipotesi di una sua condotta agevolatrice del fidanzato e il concorso morale nel reato. L’accusa presupponeva che Truzzolino convivesse con Ganci. Prova ne sarebbe stata la presenza in casa anche degli assorbenti.
“Si recava in quella casa solo nei fine settimana. Assorbenti ed altri effetti personali si possono portare anche all’occorrenza. Non sono sintomatici di una convivenza”, hanno spiegato i legali. Il Riesame l’ha scarcerata. La sola conoscenza della droga nascosta in casa non integra il reato. Ci vuole altro per dimostrare la sua partecipazione all’attività criminosa.