27 Aprile 2021, 12:42
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Il colore è un dettaglio che indica la catastrofe complessiva. ‘Palermo zona rossa continua’ – e sono ormai diverse settimane – mentre i contagi calano di poco, la sofferenza non scema e l’economia va a rotoli. Resta un ‘perchè?’ gridato e (rosso) di rabbia. Una pandemia propone percorsi anche ineluttabili, ma se le cose che fai non funzionano, bisogna, forse, provarne altre. Con un pensiero di sottofondo: le restrizioni con i loro limiti hanno verosimilmente evitato che la situazione precipitasse ulteriormente. Ieri, intanto, sono stati rilevati quasi seicento casi. Palermo catastrofe zona rossa continua, non c’è altro da ripetere nella desolazione del paesaggio. E rimane quel ‘perché?’ che non vede prospettive di consolazione.
Domani (compreso) scade il limite della proroga che si era già innestata sul precedente stato d’emergenza. Secondo quanto apprende LiveSicilia.it i dati sarebbero leggermente al di sotto dei 250 casi per centomila abitanti che provocano l’automatismo cromatico. Ma le valutazioni sono più complicate della semplice matematica e si ramificano intorno a una circostanza: il rosso serve a poco, seppure le cose potrebbero davvero andare peggio: lo certificano i numeri. Ecco perché, paradossalmente, si fa strada l’idea di una zona arancione che darebbe un minimo di sollievo in più, senza concedere le aperture della zona gialla. Sarà una decisione schiettamente politica e verrà comunicata tra stasera e domani, quando sapremo se ci sarà una proroga o non.
Ieri, il sindaco Orlando ha diramato un drammatico appello-video che qui si può vedere per intero. “Siamo alla vigilia di una strage. Incoscienti fermatevi state provocando una strage di migliaia di persone e di migliaia di aziende”. Un lamento accorato che cozza contro la realtà. Come ha ricordato lo stesso sindaco, le maglie sono larghe. Se si aggiungono la difficoltà e la rarefazione dei controlli, oltre alla possibilità di una autocertificazione quasi illimitata, il quadro del disastro è completo.
“La zona rossa di per sé è inutile – ribadisce il commissario per l’emergenza Renato Costa -. L’essenziale è che ognuno tenga i comportamenti giusti, con le mascherine, il distanziamento e tutte le precazioni necessarie. Se l’attenzione non diventa pratica, l’arcobaleno mostra i suoi limiti. Tanti danno addosso alle periferie, ma io penso che il problema siano i quartieri residenziali. Nell’attico di viale Strasburgo si possono ordinare trenta pizze, senza essere visti”.
In sintesi, mettendo tutto insieme, più si va avanti a raccontare la terribile storia del Covid, più si ha l’impressione che certe decisioni, piuttosto che altre, ricordino la valenza scientifica del lancio dei dadi. Solo che in mezzo – l’abbiamo scritto e lo ripetiamo – c’è la vita delle persone.
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27 Aprile 2021, 12:42