Incendio a Bellolampo nel 2023: Todaro e Rap sotto processo

Incendio a Bellolampo: “Processate Todaro e Rap per disastro ambientale”

L'incendio del 2023 ripreso dall'alto
Richiesta di rinvio a giudizio per un espisodio del 2023

PALERMO – Il presidente della Rap Giuseppe Todaro e il dirigente dell’Area impianti Massimo Collesano sono imputati per disastro ambientale.

Il pubblico ministero Claudia Ferrari ha chiesto il rinvio a giudizio e il giudice Paolo Pagro ha fissato l’udienza preliminare ad ottobre. La vicenda è legata all’incendio divampato nel luglio 2023 nella discarica di Bellolampo.

Fiamme a Bellolampo e non solo

Le fiamme interessarono la quarta vasca. Fu uno dei tantissimi interventi in una giornata campale per i vigili del fuoco impegnati in decine di fronti in città e provincia. Il bilancio complessivo fu pesantissimo: tre morti, gente intossicata, case, machine ed ettari di vegetazione distrutti (i danni ammontarono a 18 milioni di euro). Le centraline dell’Arpa rilevarono la presenza nell’aria di diossina, trasportata dal vento che soffiava su Bellolampo.

“Imprudenza, negligenza e imperizia”

La Procura contesta ai due imputati imprudenza, negligenza e imperizia. Avrebbero omesso di istituire all’interno della discarica un servizio di vigilanza antincendio h24 che prevedeva tra l’altro, così prescriveva il piano di emergenza sottoscritto dalla Rap (anche la società è imputata), la presenza di un automezzo antincendio con autobotte e carrello rimorchiabile con cannoncino spara schiuma.

Todaro e Collesano inoltre non avrebbero impartito “la direttiva di collocare in punti strategici della discarica “la terra da utilizzare per soffocare principi di incendi“, né avrebbero provveduto “ad una attività periodica di decespugliamento, rimozione di erbacce e pulizia delle aree da materiale infiammabile”.

Viene anche contestato di avere consentito l’ingresso in discarica di rifiuti integri – tessili e materiale plastico – non trattati. Circostanza che riguarda un periodo successivo all’incendio, nel 2024. Senza la copertura dei teloni specifici ci sarebbe stata la dispersione di rifiuti plastici.

La colonna di fumo che si alzò in cielo nel luglio 2023 si propagò nei quartieri Borgo Nuovo, Cep, Cruillas, Tommaso Natale e Sferracavallo, estendendosi fino a Torretta e Isola delle Femmine per una superficie totale di 1450 ettari. Un’azione che avrebbe alterato l’equilibrio dell’ecosistema e messo a rischio la salute pubblica.

La replica di Todaro

“La magistratura, su cui riponiamo massima fiducia, è tenuta a fare i dovuti accertamenti per ricostruire i fatti e verificare eventuali responsabilità rispetto a un evento straordinario – spiega Todaro -. Nel mese di luglio del 2023, la Sicilia è stata devastata da un’ondata di incendi provocati da condizioni climatiche eccezionali e dalla mano criminale dei piromani. Solo a nella provincia di Palermo, tra il 25 e il 27 luglio sono andati in fumo 15 mila ettari di territorio, più del 90 per cento dell’intera superficie bruciata dall’inizio dell’anno. Anche se in condizioni estreme, siamo sicuri di potere dimostrare la correttezza del nostro operato, certificato anche da tutte le contromisure attivate nel corso degli ultimi anni, in cui per fortuna non si sono più registrati episodi simili”.


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