Palermo, mente per aiutare il compagno: non è colpevole

Palermo, mente per aiutare il compagno rapinatore: assolta

Il colpo al supermercato e la simulazione di reato

PALERMO – Ha mentito, ma lo ha fatto solo nel tentato di scagionare il compagno dall’accusa di rapina. Voleva proteggerlo ed evitare che finisse in carcere.

L’imputazione è stato derubricato da simulazione di reato a favoreggiamento personale. Un reato, quest’ultimo, che non è punibile qualora venga commesso da un congiunto.

Il giudice Ivana Vassallo ha assolto l’imputata Federica Montaperto, accogliendo la richiesta dell’avvocato Luciano Maria Sarpi. Era stata la donna nel luglio 2018 a denunciare il furto di uno scooter Aprilia appena comprato. In realtà, secondo l’accusa, aveva sbagliato mezzo.

L’avvocato Luciano Maria Sarpi

Qualche giorno prima il compagno, Carlo Gennaro, era finito in carcere. Gli investigatori lo ritenevano responsabile di una rapina in un supermercato di corso Tukory. Si erano presentato in due nel locale e dopo avere arraffato il denaro erano scappati a piedi.

Sul posto era stato rinvenuto un ciclomotore, marca Piaggio. Nel bauletto c’erano i documenti di Gennaro e sullo specchietto la sua impronta digitale. Gennaro finì in carcere.

Ed ecco la messinscena della donna: denunciare il furto del mezzo in modo che le responsabilità del colpo non potesse cadere sul compagno. Solo che commise l’errore di denunciare il furto del motorino sbagliato.

Era convinta che Gennuso avesse usato l’Aprilia intestato al suocero e non il Piaggio di proprietà della donna. Da qui il reato, che però non è punibile: l’imputata ha cercato di aiutare il compagno.


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