Palermo non va così male | E vi spiego perché - Live Sicilia

Palermo non va così male | E vi spiego perché

La replica a un articolo di LiveSicilia.it. E la controreplica.

Pippo Russo (e replica)
di
4 min di lettura

Ho letto con attenzione l’articolo di Roberto Puglisi “Palermo ultima in tutto. Si merita un pernacchio”. Prendo sempre con le pinze le classifiche che periodicamente leggiamo, positive o negative che siano nel gioco del sali e scendi nella hit parade della vivibilità delle città italiane. Proviamo a osservare un altro scenario. Credo che non sia stato facile per l’attuale amministrazione comunale, guidata da Leoluca Orlando, trovarsi nel bel mezzo di un quadrivio rappresentato dalla precedente sconquassata gestione del bilancio comunale, dal poderoso ridimensionamento delle risorse finanziarie ai Comuni deciso da Palazzo Chigi e da Palazzo d’Orleans, dall’inizio dei lavori di grandi opere pubbliche (tram, anello e passante ferroviario) con annessi disagi e dalla nota ostilità dei palermitani nei confronti delle regole basilari di civiltà e di legalità.

All’inizio della consiliatura la città era a rischio default e alcune partecipate erano alle prese con drammatici fallimenti alle porte e svariate inchieste giudiziarie. Oggi non è più così, il Comune ha i conti a posto, non ha debiti e licenziamenti sulla coscienza e le partecipate stanno cercando di organizzarsi al meglio per uscire dalle secche. Gli autobus sono pochi e poco puntuali, però si sta provvedendo all’acquisto di nuovi mezzi ed è altrettanto vero che che troppi sono coloro che viaggiano non pagando il biglietto con pesanti ricadute sulla gestione dell’azienda.

La Rap sta facendo un lavoro serio, peccato che buttiamo i rifiuti quando e dove ci pare. E che dire dei dissennati e rilevanti tagli dei trasferimenti agli enti locali attuati dai governi nazionale e regionale? E’ come se a una famiglia numerosa improvvisamente, purtroppo accade, venisse a mancare una gran parte delle entrate certe. Come faranno il padre e la madre ad assicurare come prima cibo, abiti, istruzione, sanità, assistenza, ecc? Bè, non è molto diverso per un ente pubblico. Dobbiamo, poi, considerare l’assenza del governo regionale su settori strategici lasciando i Comuni in balia di sé stessi: trasporti, rifiuti, politiche sociali e giovanili, fondi comunitari.

Fortunatamente stanno arrivando cifre consistenti con il “Patto per Palermo” per infrastrutture, riqualificazione urbana, ambiente, turismo e cultura. Inoltre, Palermo non è Mantova, Asti o Treviso. Palermo è la quinta città metropolitana, con un immenso centro storico devastato nel passato da una delle più selvagge speculazioni urbanistiche mai viste ai tempi della tragica combriccola politico-mafiosa, ben descritta da Pif nella serie televisiva “La mafia uccide solo d’estate”, saldamente seduta sulle poltrone del potere panormita. Il criminoso patto, con l’omertosa se non interessata “distrazione” di pezzi della cosiddetta società civile e delle istituzioni di allora, ha investito, distruggendole, le nostre coste e le borgate marinare, costruendo desolanti e desolate periferie urbane senza servizi e, soprattutto, senza anima.

Alcuni interventi di recupero sono stati fatti e opere di riqualificazione di ampi tratti della costa palermitana si stanno realizzando adesso. Ma l’impresa è ardua, perché sconfinati i luoghi su cui si deve intervenire e scarsissime le risorse. I cantieri aperti, una mobilità assai compromessa, chi lo può negare? Quanto meno sappiamo che saranno utili per inaugurare a Palermo, finalmente, una mobilità degna di tal nome. Infine, l’inciviltà di noi palermitani. Malati di una grave forma di allergia per il rispetto delle regole (movida selvaggia, abusivismo in molteplici settori, indisciplinatezza sulle strade, scempio dei beni collettivi) e per il cambiamento, soprattutto sull’uso dell’auto privata legato a schemi anni Sessanta, e sui comportamenti sociali (pedonalizzazioni, car e bike sharing, Ztl, preferenza per il trasporto pubblico, osservanza degli orari di conferimento dei rifiuti, cura del bene pubblico, ecc.). Ecco, solo dopo avere riflettuto su quanto accennato possiamo fare una classifica veritiera della della vita a Palermo e sulle responsabilità. Solo dopo, possiamo formulare, da cittadini consapevoli, la nostra sentenza nei confronti dell’Amministrazione comunale, dei suoi limiti, e di Leoluca Orlando.

Sindaco di cui comunque, e non è poco, non ci siamo mai dovuti vergognare e che ha impedito a mafia e comitati d’affari, costantemente in agguato, di mettere gli artigli rapaci sulla città.

Replica

Caro Pippo, io sono solo un cronista che non si fida troppo delle classifiche: mi limito a girare tra le persone, per le strade di una città devastata. Mi limito ad ascoltare le loro voci che non sono mai intonate sulla propaganda della speranza facile, infatti raccontano altri scenari, ben diversi da quelli immaginati nei dintorni di Palazzo delle Aquile. Effetti collaterali di un meraviglioso Sol dell’Avvenire? A riguardo, nutro qualche dubbio Cordialmente (rp)

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