PALERMO – Quanto vale una villetta nella periferia di Palermo con tanto di giardino? Centoventi euro. Basta “solo” occuparla abusivamente, essere condannati e ottenere, però, dal Comune la facoltà d’uso dell’immobile stesso. Il paradosso è “di casa” in una città come Palermo dove c’è fame di alloggi popolari. La storia inizia nel 2010, quando il Comune assegna all’associazione Punto di Partenza una villetta confiscata a un mafioso nella zona di via Inserra, non lontano dall’ospedale Cervello. E diventa un’isola felice, un luogo di incontro e solidarietà. L’associazione riunisce volontari e familiari di soggetti con disagio psichico. Che attrezzano la villetta con mobili, cucina ed elettrodomestici.
Accade, però, che di notte qualcuno decide di occupare la villetta abusivamente. Protagonisti dell’incursione sono i componenti di una famiglia, una delle tante famiglie palermitane senza una casa dove vivere. Marito, moglie e figli. Quando i vigili urbani si presentano per sgomberarli gli occupanti si barricano in casa. A quel punto il marito mette le cose in chiaro. Da lì non si sposteranno, non sanno dove andare e i figli minorenni non posso certo vivere in strada. Chiunque dovesse mandarli via con la forza deve assumersi la responsabilità delle conseguenze psicologiche per i bambini. La Procura dispone il sequestro preventivo dell’immobile. Solo che avviene ciò che il legale dell’associazione, l’avvocato Ennio Tinaglia, definisce “una situazione surreale”: la custodia della villetta, infatti, viene affidata al settore Servizi immobiliari del Comune di Palermo con facoltà d’uso alla famiglia che l’ha occupata. Insomma, possono restare in casa. Ormai hanno pure l’autorizzazione.
L’inchiesta penale fa il suo corso. E si arriva al processo. Appena un mese, la sentenza della quarta sezione del Tribunale di Palermo. Le circostanze attenuanti generiche sono ritenute prevalenti all’aggravante contestata. La condanna è più che mite: 120 euro di multa. L’imputato deve risarcire i danni all’associazione Punto di Partenza da stabilire in separata sede. Non è difficile immaginare che l’associazione difficilmente beccherà un solo centesimo. In compenso un danno i volontari e i familiari dei soggetti con disagio psichico lo hanno già subito. Sono rimasti senza sede. Per ora vengono ospitati in alcune stanze di quello che fu l’ospedale psichiatrico in via Gaetano La Loggia. Non vogliono fare polemiche. Non puntano il dito contro la famiglia che occupa la villetta abusiva. Si calano pure nei panni di chi vive un forte disagio. Allo stesso tempo, però, si chiedono perché mai a pagare il conto debbano essere soggetti che vivono un disagio non meno delicato. Quello psichico