15 Settembre 2023, 06:45
3 min di lettura
PALERMO – Il parere è positivo ma il giudizio severo: il comune di Palermo incassa troppo poco e la colpa è dei cittadini “in difficoltà finanziarie” perché in troppi prendono (o prendevano) il reddito di cittadinanza e per la loro “scarsa propensione al rispetto delle regole”. A metterlo nero su bianco sono i revisori dei conti di Palazzo delle Aquile a proposito del bilancio consuntivo 2022 che la maggioranza vorrebbe approvare entro la prossima settimana per sbloccare assunzioni, investimenti e una trentina di milioni di euro di spesa.
Il collegio, senza troppi giri di parole, punta il dito contro la scarsa capacità dell’ente di riscuotere le tasse e il motivo non sarebbero solo i problemi della macchina burocratica: “Si ritiene che le due maggiori cause della scarsa propensione al pagamento delle imposte – scrivono Salvatore Sardo, Carmelo Scalisi e Vincenzo Traina – siano da ricercare nelle difficoltà finanziarie dei cittadini (si pensi che con riferimento al reddito di cittadinanza, si sono stimate non meno di 100 mila posizioni attive rispetto a un totale degli abitanti di Palermo di non oltre 650 mila) e quindi nella scarsa propensione del rispetto delle regole”.
Il sindaco Roberto Lagalla non ha intenzione di perdere tempo: con una mossa inedita il centrodestra ha infatti convocato tutte e sette le commissioni a Palazzo Comitini alla presenza del vicesindaco Carolina Varchi, degli uffici e dei revisori. Una sorte di “pre consiglio” che, nelle intenzioni della maggioranza, dovrebbe servire a ottenere in un colpo solo tutti i pareri così da inizare e chiudere la discussione già la prossima settimana. Mossa che ha fatto storcere il naso alle opposizioni.
Il parere, come detto, è positivo sebbene non manchino le bacchettate. I revisori premettono che i problemi sono tanti, noti e pure antichi e infatti c’è stato bisogno di un accordo con lo Stato per evitare il fallimento: nel piano di riequilibrio ci sono già tutti i correttivi da apportare ma le criticità comunque nel 2022 ancora persistevano dal momento che, è bene ricordarlo, il rendiconto è la fotografia di un anno ormai passato.
Il fondo crediti di dubbia esigibilità, per esempio, è troppo caro per il Comune: si tratta di quei soldi che Palazzo delle Aquile mette da parte, e quindi non spende, per colmare gli eventuali ammanchi dovuti a incassi non troppo certi. Ovviamente meno l’ente è capace di incassare e più dovrà mettere nel fondo che per l’anno scorso è pari a quasi 683 milioni di euro. La riscossione affidata all’Agenzia delle entrate non ha sortito gli effetti sperati e il rischio di prescrizione “è parecchio alto, con conseguente possibilità di perdite di ingenti risorse proprie”. Basti pensare che dalle multe si incassa appena l’11%, ossia 14 milioni sui 130 accertati. C’è da segnalare, però, che le tabelle contenute nel parere, almeno nella parte riferita a Imu e Tari, riportano dati relativi al 2021.
Meno tasse incassa, più il Comune deve fare ricorso all’anticipazione di tesoreria (sebbene il fenomeno nel 2023 sia calato) pagando interessi, mentre i debiti fuori bilancio (quasi 15 milioni) restano ancora un problema specie per il Sociale: “Nella maggior parte dei casi – annotano i revisori – sono da ricondurre alla incapacità di porre in essere una corretta programmazione e gestione finanziaria delle risorse”.
Altro tema sono le partecipate su cui piazza Pretoria, per anni, non “ha adeguatamente esercitato” il controllo analogo con conseguenze sui servizi, sulle aziende e sulle casse pubbliche. Si riscontrano ancora disallineamenti fra crediti e debiti che possono portare a “potenziali rischi sugli equilibri finanziari” di un Comune che fa segnare ritardi anche nel pagamento delle fatture. I revisori concordano sulla proposta degli uffici di accantonare specifiche somme per coprire le perdite delle ex municipalizzate, così da evitare buchi nei conti; il capitolo degli accantonamenti per le perdite delle società ammonta a 72,6 milioni.
Pubblicato il
15 Settembre 2023, 06:45