Palermo, ok dei revisori al consuntivo: tutti i numeri del bilancio

Palermo, ok dei revisori al consuntivo: tutti i numeri del bilancio

Convocate simultaneamente tutte le commissioni

PALERMO – Il parere è positivo ma il giudizio severo: il comune di Palermo incassa troppo poco e la colpa è dei cittadini “in difficoltà finanziarie” perché in troppi prendono (o prendevano) il reddito di cittadinanza e per la loro “scarsa propensione al rispetto delle regole”. A metterlo nero su bianco sono i revisori dei conti di Palazzo delle Aquile a proposito del bilancio consuntivo 2022 che la maggioranza vorrebbe approvare entro la prossima settimana per sbloccare assunzioni, investimenti e una trentina di milioni di euro di spesa.

“Perché i palermitani non pagano le tasse”

Il collegio, senza troppi giri di parole, punta il dito contro la scarsa capacità dell’ente di riscuotere le tasse e il motivo non sarebbero solo i problemi della macchina burocratica: “Si ritiene che le due maggiori cause della scarsa propensione al pagamento delle imposte – scrivono Salvatore Sardo, Carmelo Scalisi e Vincenzo Traina – siano da ricercare nelle difficoltà finanziarie dei cittadini (si pensi che con riferimento al reddito di cittadinanza, si sono stimate non meno di 100 mila posizioni attive rispetto a un totale degli abitanti di Palermo di non oltre 650 mila) e quindi nella scarsa propensione del rispetto delle regole”.

Lagalla preme sull’acceleratore

Il sindaco Roberto Lagalla non ha intenzione di perdere tempo: con una mossa inedita il centrodestra ha infatti convocato tutte e sette le commissioni a Palazzo Comitini alla presenza del vicesindaco Carolina Varchi, degli uffici e dei revisori. Una sorte di “pre consiglio” che, nelle intenzioni della maggioranza, dovrebbe servire a ottenere in un colpo solo tutti i pareri così da inizare e chiudere la discussione già la prossima settimana. Mossa che ha fatto storcere il naso alle opposizioni.

Troppi soldi accantonati

Il parere, come detto, è positivo sebbene non manchino le bacchettate. I revisori premettono che i problemi sono tanti, noti e pure antichi e infatti c’è stato bisogno di un accordo con lo Stato per evitare il fallimento: nel piano di riequilibrio ci sono già tutti i correttivi da apportare ma le criticità comunque nel 2022 ancora persistevano dal momento che, è bene ricordarlo, il rendiconto è la fotografia di un anno ormai passato.

Il fondo crediti di dubbia esigibilità, per esempio, è troppo caro per il Comune: si tratta di quei soldi che Palazzo delle Aquile mette da parte, e quindi non spende, per colmare gli eventuali ammanchi dovuti a incassi non troppo certi. Ovviamente meno l’ente è capace di incassare e più dovrà mettere nel fondo che per l’anno scorso è pari a quasi 683 milioni di euro. La riscossione affidata all’Agenzia delle entrate non ha sortito gli effetti sperati e il rischio di prescrizione “è parecchio alto, con conseguente possibilità di perdite di ingenti risorse proprie”. Basti pensare che dalle multe si incassa appena l’11%, ossia 14 milioni sui 130 accertati. C’è da segnalare, però, che le tabelle contenute nel parere, almeno nella parte riferita a Imu e Tari, riportano dati relativi al 2021.

Ancora debiti fuori bilancio

Meno tasse incassa, più il Comune deve fare ricorso all’anticipazione di tesoreria (sebbene il fenomeno nel 2023 sia calato) pagando interessi, mentre i debiti fuori bilancio (quasi 15 milioni) restano ancora un problema specie per il Sociale: “Nella maggior parte dei casi – annotano i revisori – sono da ricondurre alla incapacità di porre in essere una corretta programmazione e gestione finanziaria delle risorse”.

La voragine delle partecipate

Altro tema sono le partecipate su cui piazza Pretoria, per anni, non “ha adeguatamente esercitato” il controllo analogo con conseguenze sui servizi, sulle aziende e sulle casse pubbliche. Si riscontrano ancora disallineamenti fra crediti e debiti che possono portare a “potenziali rischi sugli equilibri finanziari” di un Comune che fa segnare ritardi anche nel pagamento delle fatture. I revisori concordano sulla proposta degli uffici di accantonare specifiche somme per coprire le perdite delle ex municipalizzate, così da evitare buchi nei conti; il capitolo degli accantonamenti per le perdite delle società ammonta a 72,6 milioni.


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