04 Novembre 2023, 12:10
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PALERMO – È stata un’esecuzione. Badr Boujemai, 41 anni, algerino, dipendente di un ristorante, è stato ucciso con tre colpi di pistola. Due lo hanno raggiunto al torace e uno alla testa. Quest’ultimo è stato il colpo di grazia, esploso da una manciata di centimetri di distanza per avere la certezza che la missione di morte fosse stata compiuta. Due turiste canadesi prima hanno sentito il rumore dei colpi e poi notato il corpo dell’algerino sul basolato di marmo del marciapiede di via Roma di fronte le Poste centrali. Non c’erano bossoli per terra. È stato usato un revolver. Sull’omicidio indagano i carabinieri coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico.
Un delitto che per la dinamica ricorda gli omicidi di mafia, ma non ci sono tracce che riconducano la vittima al mondo della criminalità organizzata. Nessun precedente penale e nessuna indicazione da chi conosce il territorio. Cittadino italiano (nel nostro Paese era arrivato una quindicina di anni fa), è nella vita privata di Boujemai, sposato con una donna tunisina e padre di due figli piccoli (4 anni e 8 mesi), che si scava per trovare il movente di un delitto efferato. Ad agire è stato un solo uomo, almeno nella fase finale. Non è detto, però, che non ci fosse qualcun altro a supportarlo. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale hanno sentito parenti e amici della vittima, ma anche i colleghi del ristorante “Appetì” dove lavorava in via Emerico Amari. Tutti dicono che quando è andato via era tranquillo. Prima di fare il cameriere era stata impiegato sulle navi che collegano la Sicilia al Nord Africa.
Samir, così lo chiamavano tutti, aveva finito il suo turno e stava rientrando a casa. Abitava in via Roma, nel tratto vicino alla stazione. Ha mandato un messaggio sul cellulare della moglie – “sto tornando” – e si è incamminato lungo la strada. L’assassino lo ha seguito. A piedi o a bordo di un mezzo? Di sicuro ha fatto fuoco. Una, due, tre volte ed è scappato. Lo ha sorpreso alle spalle. La scena, però, potrebbe essere stata filmata da una delle tante telecamere che inquadrano la zona che anche intorno all’una di notte è piena di gente.
“Mio fratello era una persona buona che lavorava per la sua famiglia, per la moglie e i due figli piccoli che adorava”, così lo descrive la sorella Fella Boudjemai. “Anche ieri sera come faceva sempre quando finiva di lavorare ha mandato un messaggio alla moglie ‘sto tornando’, ma lui non è arrivato mai – aggiunge la donna che lavora per ‘Medici senza Frontiere’-. Andrò dai carabinieri per sapere del delitto di mio fratello. In famiglia non riusciamo a comprendere cosa sia successo. Tutti sanno che mio fratello era una persona buona che adorava la sua famiglia. Padre di due figli di cinque e un anno. Dopo la nascita del secondo figlio la moglie è rimasta a casa pensava a tutto lui. Lavorava dalla mattina alla sera. Era amato e ben voluto da tutti”.
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04 Novembre 2023, 12:10