PALERMO – Un bilancio del primo anno di governo della città, confrontando promesse elettorali e concreta attività amministrativa. La giunta targata Orlando sembra puntare in alto e, nel corso della presentazione della relazione annuale del sindaco al consiglio comunale, si giura che il dissesto economico è ormai dietro le spalle. “La drammatica situazione del Comune di Palermo nel giorno del mio insediamento era più grave di quanto ci si potesse immaginare – esordisce così il primo cittadino nel corso dell’incontro con gli organi di stampa a Palazzo delle Aquile -. Le poltrone sfondate e le tende strappate nella stanza del sindaco erano la testimonianza e il simbolo di una città in stato di totale abbandono, di un’amministrazione allo sbando. Il dissesto è stato evitato e ad oggi possiamo affermare di non essere immersi nell’emergenza”.
L’inquilino di Palazzo delle Aquile corregge poi il tiro e tiene a precisare: “Ciò non significa che non siano presenti emergenze da affrontare nell’immediato, ma esse non sono il tema unico di questa amministrazione – prosegue -. Accanto all’emergenza c’è la dimensione progettuale. Palermo è ormai uscita dall’isolamento”. Unico neo di Leoluca Orlando sembra essere quello delle aziende partecipate: “Ripercorrendo questi 365 giorni di governo ho un solo rimpianto, quello di non essere riuscito a d evitare il dissesto dell’Amia, di non essere riuscito a gestire meglio la Gesip – confessa -. La macchina comunale si è rimessa in moto, è vero, ma devo ammettere con rammarico che non mi aspettavo fosse così difficile gestire queste aziende”.
Un appello e un monito quello rivolto alla nuova società di igiene ambientale: “Adesso la musica deve cambiare e mi rivolgo alla Rap: se si continua ad organizzare il lavoro com’è stato fatto finora è chiaro che si andrà in crack ma non lo permetteremo – assicura Orlando -. Troppe volte mi arrivano denunce su un’organizzazione che di fatto rende i lavoratori presenti, ma immobili sul posto di lavoro, pagati per non lavorare”.
Ed è per questo che il sindaco, tramite una lettera inviata ai dirigenti ha ben pensato di chiedere un rendiconto serio e puntuale sull’organizzazione del lavoro: “La trasparenza è indispensabile per evitare che la Rap sia un fallimento come la precedente Amia – tuona -. Questa città non è più disposta a sopportare un’azienda che lascia marcire Palermo”.
Stessa iniziativa per la Gesip, altro cruccio dell’amministrazione comunale per il mancato utilizzo dei lavoratori. “Ciò non è responsabilità dei dipendenti, è bene precisarlo, ma dei dirigenti che non denunciano alle autorità situazioni che ormai si protraggono da troppo tempo – continua il padrone di casa -. Sono previsti una serie di controlli, molti dei quali sono già in atto. Più sono gli inetti che vengono cacciati meglio è rispetto all’immagine dell’amministrazione comunale”.
Guerra aperta e parole decise, infine, quelle di Orlando nei confronti di ogni forma di illegalità diffusa. Le accuse del sindaco sono rivolte principalmente ai parcheggiatori abusivi che, circa due mesi fa hanno preso di mira anche Marco Di Marco, assessore della sua giunta, tagliandogli le ruote dell’auto a seguito di un diniego sul pagamento: “Vorrei mandare un messaggio molto chiaro e molto forte: in questa città non vigerà più un sistema di illegalità diffusa. Non può essere più tollerato questo: abbiamo iniziato con i posteggiatori abusivi e non ci fermeremo”.
Accuse che riguardano anche i recenti episodi di occupazione abusiva degli immobili comunali. Dal palazzo sito in via Bagolino all’asilo di via Rallo per finire allo storico Palazzo La Rosa di via Alloro. “In questa città si è verificato un fenomeno che va denunciato. Nessuno otterrà abitazioni occupando immobili comunali – conclude -. Una domenica mattina cinque famiglie tutte bisognose ma tutte provenienti da zone diverse della città occupano l’immobile casualmente? Dobbiamo liberare chi ha veramente bisogno dalla strumentalizzazione mafiosa e dalla schiavitù in cui cadono a causa di gruppi organizzati che controllano il territorio e utilizzano la famiglia veramente bisognosa con bambini per insediarsi”.