PALERMO – L’inchiesta sullo spettacolo “truffa” parte da un’intercettazione. “Allora ho parlato con il sindaco e gli ho detto senti io la ‘Festa del teatro’ siccome ci ho messo la faccia quindi non me ne fotte niente, dobbiamo fare… mi serve un tot per fare l’accoglienza andiamoci con la Capitale della cultura…”.
Inizia così la storia di uno dei progetti su cui l’ex consigliere comunale Giulio Cusumano avrebbe fatto la cresta. Dai ieri Cusumano e l’artista Alessio Scarlata sono agli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari Ermelinda Marfia ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Adrea Fusco e Maria Pia Ticino.
Cusumano riferiva il contenuto della presunta conversazione avuta con Leoluca Orlando ad Antonina Messina, presidente regionale della Federazione italiana teatro amatori. Solo il politico sa se ci sia stato davvero il dialogo con Orlando, di cosa abbiano parlato e in che termini, oppure se millantasse.
Palermo capitale della cultura
Di sicuro, così dicono gli investigatori, Cusumano sarebbe riuscito ad agganciare uno spettacolo dell’associazione “Disincanto” di Scarlata a quelli previsti per “Palermo capitale della cultura 2018”, finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dalla Regione siciliana attraverso la “Fondazione Sant’Elia”, un’associazione ad intero capitale pubblico guidata da Orlando in qualità di sindaco della Città metropolitana di Palermo.
“Una scatola vuota”
Il progetto incassò 11.600 euro. Secondo l’accusa, sarebbe stato una sorta di scatola vuota. Prevedeva tre giorni di eventi ed invece il tutto si sarebbe ridotto ad uno spettacolo dal titolo “Via Palermo e Santa Rosalia” andato in scena al ridotto del teatro Orione. Uno spettacolo accorpato – solo sulla carta – ad un altro appuntamento. Messina ha chiarito che le spese furono tutte a carico della Federazione.
“Spettacolo truffa con fatture gonfiate”
Non ci sarebbe traccia neppure della consegna di premi (delle teste di moro in ceramica) e di una cena di rappresentanza da 1.700 euro. Eppure risultano rendicontate con tanto di fatture per ottenere il finanziamento. Stessa cosa per le spese di affitto del Real Teatro Santa Cecilia e dell’Orione, per stampare brochure e locandine. Risultano 2.100 euro per gli artisti a fronte di una reale spesa, sostiene l’accusa, di 1.300 euro per uno spettacolo di un’ora affidato ad una sola attrice. Niente a che vedere con i tre giorni di eventi come da programma.