01 Settembre 2023, 17:57
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PALERMO – Tatuaggi, piercing, profili social. Un puzzle di indizi ha condotto i carabinieri all’identificazione dei sette giovani arrestati con l’accusa di avere stuprato la ragazzi di 19 anni a Palermo. Il punto di partenza è stato il racconto della vittima, ma la frenetica vita social dei protagonisti ha fatto il resto.
Il primo identificato è stato Angelo Flores, colui che ha filmato con il cellulare la violenza al Foro Italico. È l’unico che la vittima conosce bene per via dei loro rapporti pregressi. Bene a tal punto da indicare il suo profilo Instagram e due dettagli importanti: “Ha un piercing sulla lingua e una rosa tatuata sulla mano destra“. In un altro contenitore social, TikTok, il giovane posta le sue foto. I dettagli non potevano sfuggire.
Accade quasi sempre: gli indagati involontariamente forniscono riscontri sui social. Condividono una parte della loro vita, a volte la mettono in mostra. Di fronte all’album fotografico preparato dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Palermo, la vittima non ha riconosciuto con la stessa certezza tutti i sette arrestati. Dubbi, ad esempio, ha avuto di fronte all’immagine di Christian Maronia per il quale, infatti, all’inizio non era stata accolta la richiesta di arresto. Accolta successivamente quando gli investigatori hanno estrapolato il video dalla memoria del cellulare di Flores.
Anche stavolta i riscontri sono arrivati incrociando le immagini dei social con i fotogrammi delle telecamere di sicurezza. In particolare, quella che inquadra piazza Caracciolo alla Vucciria, luogo dove si sono incontrati i protagonisti della terribile notte. Un tatuaggio sul braccio, la maglietta e la borsa a tracolla: sono i dettagli in comune fra il giovane immortalato alla Vucciria e quello nel video. È Maronia.
Stesso percorso di individuazione è stato seguito per Cristian Barone identificato grazie alla maglietta nera, i pantaloni e le scarpe bianche, un grosso crocifisso al collo e il bracciale al polso. La vita reale e quella virtuale si intrecciano. Sui social – arena di insulti e minacce, ma anche di solidarietà per la vittima – ci sono frammenti di quotidianità, che possono diventare prove.
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01 Settembre 2023, 17:57