Stupro del Foro Italico: la vittima in Tv, "venga anche in Tribunale" - Live Sicilia

Stupro del Foro Italico: la vittima in Tv, “venga anche in Tribunale”

Testimoni e chiamate: le "nuove prove" della difesa

PALERMO – La vittima è stata più volte ospite in Tv ed intervistata dai media, eppure è arrivato il no alla sua testimonianza in aula. C’è il rischio della cosiddetta “vittimizzazione secondaria”.

I difensori degli imputati per lo stupro del Foro Italico contestano quello che ritengono un paradosso e insistono nella richiesta di accedere al rito abbreviato condizionato.

In particolare sono tre le condizioni: ascoltare di nuovo la vittima, già sentita nel corso di un incidente probatorio, convocare una sua amica e fare chiarezza su una telefonata avvenuta la notte della violenza a luglio dell’anno scorso.

La vittimizzazione secondaria avviene quando la persona che ha subito la violenza è costretta a rivivere le condizioni traumatiche o subisce altra violenza da parte di soggetti che non sono gli autori della violenza primaria. E le rivive nel momento in cui sceglie di parlarne o di cercare aiuto per uscirne.

Con la vittimizzazione secondaria si sposta l’attenzione o la responsabilità dalla persona che ha commesso la violenza alla persona che l’ha subita.

Tipico del fenomeno è il chiacchiericcio malsano che si fonda su frasi del tipo “se l’è andata a cercare”.

Nelle scorse settimane il giudice per l’udienza preliminare aveva respinto la richiesta di abbreviato condizionato che ora i legali rinnovano davanti al tribunale ordinario.

Ritengono che ci sia una profonda contraddizione fra la legittima scelta della diciannovenne vittima degli abusi di farsi intervistare, svelando anche la sua identità, e il presupposto pericolo che potrebbe derivare dalla sua testimonianza in aula. Perché in Tv sì e in tribunale, che è un luogo protetto, no?

Seconda condizione: la convocazione dell’amica della vittima la quale, sentita nel corso delle indagini difensive, disse che le diciannovenne le aveva parlato di un rapporto consensuale.

Si tratta di un elemento nuovo che, secondo le difese, non può restare inevaso. Così come la terza condizione.

Da una una perizia difensiva è emerso che la notte dello stupro, quando il gruppo dei ragazzi era giunto nel cantiere abbandonato, la vittima ha ricevuto una telefonata all’1.04, tre minuti dopo avere oltrepassato la barriera di lamiere. La chiamata è durata 29 secondi.

Cosa si sono detti? La vittima ha chiesto aiuto o era tranquilla? Il tribunale scioglierà la riserva il prossimo 10 giugno.

Sotto processo ci sono Angelo Flores (è il giovane che riprese la scena con il cellulare), Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao.

Sono tutti in carcere, così come Riccardo Parrinello, l‘unico finora condannato in primo grado. Era ancora minorenne il giorno dello stupro ed è stato processato separatamente.


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