PALERMO – Hanno scelto di patteggiare. Il presidente della cooperativa “Nido d’argento” di Partinico, Giuseppe Gaglio (4 anni e 4 mesi, nella foto), i suoi più stretti collaboratori Massimiliano Terzo (4 anni) e Francesco Chiavello (2 anni e 11 mesi) avevano un ruolo chiave nel processo.
Il blitz dei carabinieri della compagnia di Partinico lo scorso aprile fece venire a galla una storia di corruzioni e favori per ottenere, tra il 2020 e il 2022, commesse pubbliche nel settore dei servizi sociali.
Il giudice per l’udienza Paolo Magro ha accettato la proposta di patteggiamento su cui c’era il parere favorevole della Procura. Chiavello ha avuto commutata la pena in “lavori di pubblica utilità”.
Giuseppe Gaglio, 61 anni, di Partinico, è stato l’ideatore del fenomeno “Borgo Parrini” che ha attira migliaia di turisti per ammirare le casette ricoperte di mosaici e maioliche che si rifanno all’arte di Gaudì.
Gaglio era il legale rappresentante e presidente del consiglio d’amministrazione della coop “Nido d’argento”. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione del procuratore Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Paolo Guido, e dei sostituti Giacomo Brandini, Giulia Falchi e Chiara Capoluongo ad avvicinare e corrompere ufficiali di diversi comuni siciliani affinché ottenesse appalti nel settore del sociale: dall’assistenza agli anziani ai centri estivi per bambini e ragazzi.
Le tangenti sarebbero state pagate con soldi in contanti e non solo. Si parla anche di una collana con smeraldi da 1.800 euro, profumi di marca, olio d’oliva, dolci e panettoni, e l’assunzione di amici nella cooperativa.
Un funzionario di San cataldo in provincia di Caltanissetta ha confessato. Sotto processo restano altri otto imputati.