Cronaca

Palermo, telecamere e microspie all’istituto delle case popolari

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20 Luglio 2022, 18:30

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PALERMO – Prima avrebbero tentato di corrompere un imprenditore e poi, di fronte alle sue resistenze, lo avrebbero commissariato piazzando un geometra all’interno del cantiere. I carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo hanno ricostruito la vicenda posizionando telecamere e microspie negli uffici dell’Istituto autonomo case popolari di Palermo.

Ieri il blitz coordinato dai procuratori europei Calogero Ferrara ed Amelia Luise. L’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal gip di Palermo, Annalisa Tesoriere.

L’imprenditore edile ha denunciato i funzionari e ha registrato i dialoghi durante le visite in cantiere. Dopo avere rifiutato la proposta di dividersi 70 mila euro ricevuta in un bar, l’imprenditore avrebbe iniziato a subire pressioni sotto forma di controlli.

Andavano di continuo in cantiere. Circostanza che dovrebbe essere normale in un contesto di buon andamento della pubblica amministrazione. Diventa anomala alla luce del fatto che non c’erano stati controlli in via Gino Zappa, allo Zen, prima dell’appuntamento.

Che l’imprenditore temesse ritorsioni lo aveva fatto presente a Mario Palumbo, uno dei tre arrestati: “… dico… lei scippa… quello mette… lei scippa quello mette… architetto … mica sono scemo?… ho avuto una brutta esperienza quando ci siamo visti per la prima volta… ”.

L’architetto Palumbo dello Iacp lo avrebbe “apparentemente tranquillizzato“: “Le sto dicendo sopra all’anima di mio padre… non deve mai pensare… quello è stato un incontro… finito… basta… quello è stato
un episodio… chiuso”.

“… lei farà duecentosettantanove… e non gli devo dire più niente… ne ho due… tre… – aggiungeva Palumbo – gli sembra che ne ho uno solo? … lei deve far fare a me… e basta… no… io questi soldi
glieli faccio fare tutti… noi qua spendiamo un sacco di soldi… questa rampa gliela faccio fare a lei… lei stia tranquillo”.

“Più chiaro sulle ritorsioni da perpetrare per la mancata accettazione della proposta illecita” sarebbe stato Rosario Zummo, altro dipendente dell’Istituto, il quale, alla richiesta sulla possibilità di anticipare il pagamento di uno stato di avanzamento lavori. Lo prevedeva una normativa d’urgenza voluta per dare una mano agli imprenditori in ginocchio per colpa del Coronavirus.

Zummo rispondeva in maniera ironica a Palumbo: “… e tu gli dici fai i lavori e io ti faccio il Sal… tu mi fai i lavori… e io ti pago… in un mondo di giusti e cosa… così gli dovevi dire…”. L’imprenditore aveva scelto di restare nel mondo dei giusti rifiutando la proposta ed ora avrebbe dovuto accollarsi le conseguenze.

Faceva parte dell’accordo mancato il fatto che nel cantiere dello Zen l’imprenditore assoldasse il geometra Roberto Federico per la contabilità tecnica. Nonostante il rifiuto il geometra avrebbe ugualmente seguito la contabilità e gratis. Le microspie piazzate nell’ufficio di Palumbo lo hanno registrato mentre diceva: “… mi creda… sono tre giorni… già… che sto impazzendo…”.

Palumbo, che del cantiere era il direttore dei lavori per conto dell’Istituto autonomo case popolari, aveva il solo obiettivo di “potermene uscire… da questa cosa”. E Federico rimarcava che “io mi sto andando a fare un lavoro che a me non mi ci porta nessuno… perché diventa un lavoro mostruoso… che questo non si
merita…”. Palumbo: “… me lo merito io… hai capito? Perché io me ne devo uscire con sta cosa…”. Parlavano di conti da sistemare. Non solo nel caso dell’imprenditore, ma di lavori eseguiti da altre imprese.

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20 Luglio 2022, 18:30

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