Palermo, altro giro di condanne per gli "spaccaossa"

Fratture vere, incidenti finti: altro giro di condanne per gli “spaccaossa”

Sei imputati colpevoli e un solo assolto

PALERMO – Si chiude il troncone in ordinario del processo nato dalla prima inchiesta sugli “spaccaossa”. Sei imputati sono stati condannati ieri, lunedì 13 ottobre, dal Tribunale presieduto da Salvatore Flaccovio. Un solo assolto.

Queste le condanne per truffa (è arrivata comunque l’assicurazione per una serie di capi d’imputazione): Benedetto Mattina 7 anni e 5 mesi di reclusione, Michele Caltabellotta 6 anni e 10 mesi, Alessandro Santoro 6 anni e 8 mesi, Natale Santoro 6 anni e 6 mesi, Orazio Fallitti 6 anni e un mese, Giuseppe Di Maio 5 anni e 11 mesi.

L’unico assolto con la formula perché il fatto non sussiste è Vincenzo Peduzzo, difeso dall’avvocato Vincenzo Giambruno. Era considerato uno dei capi della banda dei finti incidenti. Procuravano fratture a persone disposte a prestarsi al gioco sporco e doloroso per incassare gli indennizzi delle compagnie di assicurazione.

Il filone in abbreviato si è già concluso con altre decine di condanne. Il processo nasceva dall’inchiesta denominata “Tantalo” del 2018. Alcuni arrestati decisero di collaborare con la Procura di Palermo che scoperchiò il vaso di Pandora. I racconti erano agghiaccianti. C’erano persone che si facevano spezzare braccia e gambe con massi di tufo e bilancieri da palestra.

Un giro d’affari di circa due milioni di euro all’anno che avrebbe coinvolto almeno trecento persone che avevano accettato di farsi spaccare le ossa nelle “camere dell’orrore”. Erano parte civile le più importanti compagnie assicurative.


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