16 Maggio 2020, 16:58
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PALERMO – “Molti nodi sul fronte incendi vanno sciolti, non è possibile subire questi attentati alla sicurezza della gente e all’ambiente, e sempre nelle stesse circostanze. Che fine ha fatto il catasto incendi, relativo alle aree percorse dal fuoco, previsto, con tanto di legge, per contrastare le speculazioni? Perché le strutture di prevenzione e repressione degli incendi in Sicilia non si sono rivelate ancora una volta efficaci a contrastare questa calamità? Perché non si provvede a colmare i vuoti in organico? Perché non si usa la sorveglianza con i nuovi mezzi, i cosiddetti droni o l’acquisizione delle foto ad alta risoluzione da satelliti?”. Sono questi alcuni degli interrogativi a cui la deputata del M5s all’Assemblea regionale siciliana, Valentina Palmeri, cercherà di avere risposta dal governo mediante un’interrogazione che presenterà nei prossimi giorni. “Voglio avere – dice la deputata – precise risposte in particolare sul servizio antincendio boschivo e sulla realizzazione, da parte dei Comuni, dei catasti delle aree percorse dal fuoco, anche sulla base del fatto che la Protezione civile, con riferimento alla giornata odierna, ha diramato un’allerta rossa per molte zone dell’Isola, come le Province di Palermo, Agrigento, Messina e Trapani, dove, secondo le previsioni anche meteo, ci potrebbe essere una forte possibilità di vedere roghi gravi come quelli di questi ultimi giorni”.
Sul tema degli incendi interviene anche la deputata regionale del Movimento Cinque Stelle Jose Marano chiedendo al governo regionale la ragione dei ritardi per l’avvio delle campagne di messa in sicurezza per la prevenzione degli incendi. “La Sicilia torna a bruciare, complice il forte scirocco di questi giorni – dice Marano – e come ogni anno assistiamo al medesimo scenario: ettari ed ettari di verde a fuoco e sicurezza dei siciliani ad altissimo rischio. Eppure lo scorso febbraio avevo chiesto ufficialmente, tramite una interrogazione, l’avvio anticipato delle campagne anti incendio per farci trovare pronti in vista dell’innalzamento delle temperature. Avevo chiesto all’assessore all’Agricoltura di dare seguito alle promesse fatte sull’utilizzo degli operai della forestale che sono 22mila, di cui la maggior parte precari con contratti che prevedono il loro impiego per 151 giornate l’anno, a 101 giornate e a 78 giornate annue. È inconcepibile che i lavoratori vengano chiamati ad agire per l’antincendio solamente a giugno! Tra l’altro l’anticipo non comporterebbe costi economici ulteriori per la Regione: è soltanto questione di programmazione”.
“Dobbiamo difendere la nostra terra ma per farlo serve lungimiranza e una buona politica in grado di prevenire i problemi e che non si limiti a piangere, ex post, sul latte versato”, ha concluso Marano.
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16 Maggio 2020, 16:58