Passante ferroviario, lavori fermi| Catania: "No a ordinanze in bianco" - Live Sicilia

Passante ferroviario, lavori fermi| Catania: “No a ordinanze in bianco”

I cantieri della tratta A del passante sono ancora fermi e a Palazzo delle Aquile serpeggia preoccupazione. A piazza Scaffa non è ancora iniziata la costruzione del ponte Bailey e slitta così la chiusura.

il punto sui cantieri
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PALERMO – Il passante ferroviario, il tram, il completamento dell’anello, le nuove condotte fognarie, il ponte delle Teste mozze. Saranno mesi intensi per Palermo quelli che stanno per cominciare, con cantieri che aprono e apriranno in molti punti della città e deviazioni per il traffico a cui l’amministrazione comunale tenterà di far fronte con ordinanze e provvedimenti ad hoc.

Partiamo dal passante ferroviario, che prevede 16 stazioni solo a Palermo e sarà una sorta di metropolitana a tutti gli effetti. I lavori al momento risultano fermi nella tratta A e precisamente per una sessantina di metri in galleria che soffrono della vicinanza di una falda acquifera. Un problema non da poco, visto che gli abitanti di vicolo Bernava e via Pacini sono stati costretti a traslocare per le evidenti crepe nelle palazzine adiacenti allo scavo. La Sis, la ditta che sta eseguendo i lavori, ha rassicurato il Comune più volte sull’individuazione di una soluzione, anche grazie all’ausilio di esperti del settore, ma il problema ad oggi non è risolto e a Palazzo delle Aquile serpeggia una grande preoccupazione per il completamento delle opere. Nei prossimi giorni le parti dovrebbero incontrarsi per fare il punto della situazione. Va avanti invece il cantiere della tratta B, con lo spostamento del mercatino di viale Francia.

Andiamo all’anello ferroviario, i cui lavori interessano via Libertà, il Politeama e il porto. Il Comune non ha ancora firmato le ordinanze per la chiusura parziale di via Emerico Amari: l’assessore Giusto Catania ha infatti chiesto alla Tecnis di fornire un cronoprogramma dettagliato dei lavori, per poter così chiudere per nove mesi parzialmente un asse viario strategico che collega il mare con il centro città. Piazza della Pace intanto è stata già transennata. “La ditta ha cominciato le attività di verifica del sottosuolo – spiega l’assessore – per eventuali ordigni bellici. Si stanno tenendo le riunioni con le varie aziende per i sottoservizi e la prossima settimana riceveremo il cronoprogramma. Non diamo carta bianca all’impresa, sia chiaro: vogliamo un programma preciso per le ordinanze, siamo stati molto chiari su questo. Non facciamo ordinanze a scatola chiusa”. Stessa sorte per i lavori della nuova condotta fognaria che passerà anche da via Roma e via Cavour, sempre affidati alla Tecnis: senza il cronoprogramma, nessuna chiusura del traffico.

Riaperto il ponte di via Pitrè, i lavori del tram sono adesso a un punto di svolta in corso dei Mille dove il ponte delle Teste mozze, sull’Oreto, dovrebbe far spazio a quello nuovo in grado di accogliere anche i convogli su binari. Il problema è che il Comune non intende chiudere il traffico, e quindi far cominciare la demolizione, se prima il Genio civile non realizzerà il ponte Bailey (al costo di 300mila euro) che garantirebbe una valvola di sfogo al traffico, consentendo alle auto di andare verso la costa Sud. Bisogna prima completare le procedure di esproprio di alcune aree, facendo un’ordinanza ad hoc che però il Comune finora non ha firmato sperando di poter convincere gli occupanti a spostarsi. Tentativi vani e quindi piazza Pretoria, secondo quanto annunciato dall’amministrazione in commissione Urbanistica ieri, sarebbe pronta a firmare, anche per non far ulteriormente ritardare la tabella di marcia che prevede la consegna del tram entro il 2015. “Fino a quando non ci sarà il ponte Bailey non chiuderemo – continua Catania – siamo sicuri che la Sis lavorerà per il bene della città e che anche per loro sia meglio lavorare senza che la gente si inferocisca”. “L’idea del ponte – dice Tony Sala del Mov139 – è bloccata da tempo per problemi burocratici. Non vorrei che ci fossero ulteriori spese che graverebbero sui cittadini, come eventuali richieste di risarcimento danni da parte della ditta”.

 


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