26 Aprile 2018, 05:48
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PALERMO – Un nuovo macigno arriva sul passante ferroviario, la linea che dovrebbe collegare la stazione di Palermo Centrale all’Aeroporto Falcone Borsellino. I lavori di raddoppio del binario potrebbero subire un arresto per il recesso del contratto da parte di Sis, azienda che sta eseguendo l’opera, impegnata in una trattativa con Rete Ferroviaria Italiana per rivedere i termini dell’appalto. I sindacati chiedono di “dare priorità al completamento o si rischia un’altra opera incompiuta”.
La contesa tra Rfi e Sis riguarda i costi dei lavori. Secondo le norme, quando un appalto supera di un quinto il suo costo complessivo ci si deve sedere a rinegoziare i termini oppure si ha diritto di recedere dal contratto. L’azienda palermitana ha portato sul tavolo la questione, di cui Livesicilia aveva già scritto, dei cento milioni di euro necessari a completare la fermata di viale Lazio e soprattutto i sessanta metri in vicolo Bernava, dove un problema con le falde acquifere ha causato l’allagamento della galleria e le lesioni di alcuni palazzi. I colloqui vanno avanti da febbraio, quando Sis ha annunciato di voler avviare la procedura per il recesso, e cercano di individuare una soluzione che potrebbe portare all’apertura del tratto tra Notarbartolo e Punta Raisi, con uno stralcio della questione Bernava.
Le cose sembravano comunque procedere nonostante gli intoppi, se ai primi di marzo Rfi poteva annunciare che l’opera è completa all’85 per cento e dichiarare, con tutte le cautele del caso, che i primi treni per Punta Raisi sarebbero potuti tornare a circolare entro la fine dell’estate. E invece venerdì scorso è arrivata la doccia fredda, con la notizia che Sis si prepara a licenziare i 261 dipendenti all’opera sul passante ferroviario. Rfi ha dichiarato in una nota che “suscita perplessità la conferma del licenziamento di 261 lavoratori da parte di Sis, proprio mentre sono ancora in corso interlocuzioni per riattivare la linea per l’aeroporto entro l’estate e definire poi le modalità per proseguire la seconda parte dei lavori”. Netto il rifiuto da parte dei sindacati dei lavoratori edili Fillea-Cgil, Feneal-Uil e Filca-Cisl, che in una nota congiunta hanno sottolineato che “il lavoro c’è e le opere devono continuare per consegnare il passante ferroviario alla città”. Per Paolo D’Anca, segretario Filca-Cisl, “se abbiamo aspettato venti anni per avere un passante ferroviario a metà non possiamo aspettare altri venti anni per completarlo: trovino un accordo e si vada avanti con la chiusura della linea”.
Sulla vicenda i negoziati non sono ancora chiusi: i sindacati hanno inviato una nota alla prefettura, al sindaco di Palermo e all’assessorato regionale alle Infrastrutture per chiedere che venga fatta chiarezza sulla situazione, e si attende il prossimo giro di trattative tra Rfi e Sis, fissato per il prossimo tre maggio a Roma.
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26 Aprile 2018, 05:48