TERMINI IMERESE (PALERMO) – Assolti perché il fatto non costituisce reato. Si è conclusa così la vicenda che ha visto coinvolti il capitano di vascello Vito Ciringione, attualmente vicecomandante della Capitaneria di porto di Trapani, Giuseppe Di Stefano e Giuseppe Lo Coco. Erano accusati, insieme a Vito Marchese, luogotenente della Capitaneria di porto di Palermo – che ha patteggiato una pena a 1 anno e 4 mesi per associazione a delinquere e corruzione –, a vario titolo, di associazione a delinquere, falso e corruzione.
La vicenda riguarda il presunto pagamento di tangenti per ottenere patenti nautiche. Due candidati (uno ha patteggiato un anno di pena, l’altro è a processo) avrebbero pagato cifre fra gli 800 e 1.200 euro a Giuseppe Lo Coco di Santa Flavia, il presunto collettore di tangenti, per avere un occhio di riguardo alle loro pratiche. Le cifre venivano messe nelle mani di Vito Marchese che avrebbe dovuto influenzare il giudizio della commissione, presieduta, appunto, da Vito Ciringione che ai tempi era comandante pro tempore della capitaneria di porto di Porto Empedocle, nell’agrigentino.
Il gip di Termini Imerese ha riconosciuto estranei sia Ciringione, difeso dall’avvocato Pietro Cascio, che il segretario della commissione, Giuseppe Di Stefano. Assolto anche Giuseppe Lo Coco. In sostanza, la corruzione non si sarebbe verificata perché nessuna pressione sarebbe giunta ai membri della commissione.