Pd, Catanzaro: "Barbagallo tira dritto? Sarà segretario di se stesso"

Pd, Catanzaro: “Barbagallo tira dritto? Sarà segretario di se stesso”

Safina replica: "Rappresenti tutti". Venezia: "Vogliamo i nomi dell'assemblea"

PALERMO – “Senza trasparenza e senza un regolamento valido, se Barbagallo intende andare avanti da solo, per larga parte del partito sarà considerato il segretario di sé stesso”. Lo dice all’Ansa Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana.

“Congresso farsa”

Catanzaro risponde alle recenti dichiarazioni del commissario ad acta per il congresso siciliano, Nico Stumpo e del segretario regionale Anthony Barbagallo. “In una situazione come questa – conclude Catanzaro – chi si assume la responsabilità di andare avanti rischia di far celebrare un congresso farsa”.

Safina a Catanzaro: “Sei il capogruppo di tutti”

A Catanzaro, però, risponde un altro deputato regionale, Dario Safina, schierato con Barbagallo. “Leggo con stupore e rammarico le dichiarazioni del capogruppo, che sceglie ancora una volta la via della polemica sterile anziché quella del confronto costruttivo – dice -. È bene ricordare che Catanzaro rappresenta, o dovrebbe rappresentare, tutti i deputati del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana, non soltanto se stesso o una corrente. Le sue parole, al contrario, sembrano riflettere una visione parziale e divisiva, che non fa bene né al gruppo parlamentare né al partito nel suo complesso”.

“Fino ad oggi ho scelto il silenzio, – continua Safina – nella speranza che il dibattito potesse imboccare la via del riconoscimento reciproco, consapevole che il Partito democratico ha bisogno di tutti, nessuno escluso. Ma davanti al continuo tentativo di delegittimare chi non si allinea a una logica di parte, non posso più restare in silenzio. Io non mi arrendo, spero ancora che Michele Catanzaro possa ricredersi, ma certamente non presterò più l’altra guancia”.

“L’attacco al segretario regionale Barbagallo, mascherato da appello al regolamento, – scrive ancora Safina – è il sintomo di una deriva che antepone le ambizioni personali all’interesse collettivo. Se ci sono divergenze politiche o procedurali, si discutano nelle sedi opportune, non sulle agenzie di stampa. Il Partito democratico ha bisogno di trasparenza, sì, ma anche di responsabilità e di rispetto per le regole democratiche interne”.

“Chi continua a soffiare sul fuoco dello scontro indebolisce il gruppo e mette a rischio la credibilità del Pd agli occhi dei cittadini siciliani. Io sto, oggi come sempre, dalla parte di un partito plurale ma unito, autonomo nei processi decisionali e rispettoso del mandato congressuale. Il resto è solo rumore di fondo”, conclude Safina.

Venezia: “Barbagallo nasconde i brogli”

Anche il deputato regionale Fabio Venezia risponde al segretario uscente. “Barbagallo con il suo tentativo goffo di nascondere i brogli perpetrati in occasione dell’assemblea del 27 gennaio scorso, oltre a delegittimarsi da solo mostra di non avere alcun rispetto per migliaia di militanti e tesserati che in queste ore chiedono solo trasparenza – dice -. Anziché arrampicarsi sugli specchi, perché non pubblica l’elenco dei nomi di chi ha votato on-line il regolamento congressuale? Lo faccia, altrimenti si ritiri immediatamente dalla competizione ed eviti di creare imbarazzo ai suoi stessi sostenitori”.

E ancora: “Barbagallo dimentica che già Angelo Capodicasa, Nino Tilotta, Giuseppe Messineo e altri hanno dichiarato sulla stampa con grande onestà intellettuale di aver votato in quell’occasione pur non facendo parte dell’assemblea, mentre il compagno Longo pur risultando tra i votanti ha dichiarato di non essersi mai collegato poiché da alcuni anni non rinnova la tessera del partito. Inoltre – prosegue Venezia – non risulta nessun componente dell’assemblea regionale di nome ‘Merlo’, come dichiarato falsamente da Barbagallo nel tentativo di giustificare l’omonimo profilo falso. Per non parlare dei 52 profili falsi o non identificati fra i quali spiccano, oltre all’ormai famoso ‘Gatto Nero’, anche ‘CT’, ‘DOOGEE T1OPro’, ‘iPhone’, ‘iPhone di EV’, ‘Utente zoom’, ‘Xiaomi 23108RN0’ e ‘Euracus’. E resta sempre aperta la questione del defunto”.

“Se tutto fosse lineare come dice Barbagallo – conclude Venezia – molti si chiedono in queste ore perché non pubblichi il famoso elenco. Ma la risposta appare altrettanto ovvia e, come tutti sanno, non vedremo mai pubblicato niente. Prendiamo atto che senza trasparenza non ci può essere democrazia e chiediamo al partito nazionale di intervenire urgentemente, perché a questo punto oltre a quella regolamentare si sta aprendo anche una questione morale nel Partito Democratico siciliano”.


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