Pd, è guerra sui “nomi scomodi” | Raciti vola a Roma, caos nel partito

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23 Gennaio 2018, 20:43

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PALERMO – Hanno rappresentato al segretario regionale Fausto Raciti, uno per volta, proposte e preoccupazioni. I segretari provinciali del Pd si sono dati il cambio oggi nella sede palermitana del partito, in via Bentivegna. Il tema dell’incontro, ovviamente, quello delle liste.

Un dialogo, quello di oggi, che era stato in qualche modo “aperto” dallo stesso Raciti in occasione dell’ultima direzione regionale del partito. Un “giro d’orizzonte” lo aveva definito il segretario. Che potrebbe, però, portare a nulla. O a poco più di nulla.

Di sicuro c’è che stasera Raciti ha raggiunto Roma. Proprio in queste ore si accende il “caminetto” che dovrà portare alla scelta dei candidati alle politiche. La scadenza per la presentazione delle liste è fissata per il 29 gennaio. Sei giorni. Per chiarire i dubbi ed evitare gli effetti collaterali delle scelte.

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Perché molte segreterie provinciali sono già sul piede di guerra. Scontenti, ad esempio, sono ad Agrigento e lo hanno detto apertamente oggi a Raciti. In modo chiarissimo sono esplosi i malumori a Caltanissetta, e la questione è sempre la stessa: la candidatura di Daniela Cardinale, figlia di Totò, leader di Sicilia Futura. Dai vertici nisseni del partito si è lanciato un allarme chiarissimo: se il Pd insisterà con candidature decise dall’alto, potrebbe accadere di tutto. E la rosa delle possibili reazioni è molto ampia. Da un quasi ovvio disimpegno in vista della campagna elettorale, a una probabile nuova “emorragia” dal partito. Ma ci sono anche prospettive peggiori: l’ombra di migliaia di schede riconsegnate al partito e persino gesti eclatanti come le segreteria listate a lutto. Insomma, quello nisseno rischia di diventare un problema anche di immagine per il Pd renziano. Del resto, il segretario provinciale Giuseppe Gallè, anche nel corso della direzione regionale del partito aveva ammesso: “In dieci anni non avevo mai registrato un malcontento simile”.

Mal di pancia, però, ci sarebbero anche da altre parti. A Messina, infatti, la notizia della possibile candidatura di un altro big di Sicilia Futura, Beppe Picciolo, autore di un ottimo ma sfortunato exploit elettorale (non è scattato il seggio nel collegio messinese), sta facendo salire di molto la tensione. E lo stesso sta accadendo a Palermo, dove le ambizioni degli uscenti potrebbero essere frenate da altri nomi “esterni” al Pd, come quello di Fabio Giambrone. Altra benzina sul “caminetto” romano del Pd.

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23 Gennaio 2018, 20:43

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