Cronaca

Permeabilità al crimine organizzato: Eurispes, “Catania provincia fragile”

di

01 Gennaio 2021, 19:33

2 min di lettura

Catania è una delle province siciliane con l’indice più alto di permeabilità alla criminalità organizzata. Una fotografia – che non stupisce – e che viene fuori dall’ultimo studio Eurispes realizzato grazie a un’intesa con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Il Centro Pio La Torre ha, in particolare, dedicato un articolo che mette a fuoco i dati relativi alla Sicilia che, con la crisi economica, sociale e sanitaria causata dal Covid, appare ancora più fragile e quindi più appetibile per le mafie. Già, ieri, il comandante provinciale dei Carabinieri di Catania, Rino Coppola – in un’intervista a Livesicilia – ha ben spiegato quali sono le opportunità che Cosa nostra potrebbe cogliere dalla pandemia. Un rischio di infiltrazioni, dunque, che l’emergenza sanitaria potrebbe acuire. 

Il rapporto dell’Eurispes ha analizzato tramite 19 indici basati su 163 variabili la capacità dei territori di difendersi dal virus della mafia. E purtroppo Catania non sarebbe ancora “immunizzata”, così come le province di Caltanissetta, Siracusa e Trapani. Il vaccino, nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e della magistratura, sembra ancora lontano. E forse l’errore è quello di puntare tutto sulla repressione e non sul recupero e sull’intervento sociale. La valutazione del Centro Pio La Torre va – appunto – su questa direzione: lo studio Eurispes ”ha chiarito una volta per tutte come nessuna provincia italiana possa in realtà considerarsi a rischio zero, ma come, allo stesso tempo, la permeabilità del Sud sia principalmente dovuta alla sua vulnerabilità sociale”. Ma c’è anche la povertà che con i duri colpi inferti dal Covid è diventata “strutturata”. 

La Sicilia si piazza al terzo posto a livello nazionale per indice di permeabilità al crimine organizzato dopo Calabria e Campania, rispettivamente roccaforti di ‘Ndrangheta e Camorra. Ma questo non vuol dire che le altre regioni, anche quelle del nord, possano considerarsi “impermeabili’ alle mafie. 

Precise la parole del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho nel corso della presentazione dello studio Eurispes il 15 dicembre scorso. “È stato quando le mafie – ha detto – hanno deciso di prendere il sopravvento, a manovrare elementi della società e dell’economia che una parte del nostro Paese si è fermato e l’altro invece è andato avanti. Ora il rischio è che queste mafie interferiscano e contaminano anche altre parti del nostro Paese. Quindi quale è il segnale che lo studio vuole dare?” – si è chiesto Cafiero De Rao. “Stiamo attenti ai territori – ha risposto lo stesso procuratore nazionale antimafia – ma nello stesso momento l’obiettivo fondamentale credo prioritario, affinché il nostro Paese salga nell’ambito della sfera delle economie più avanzate, è quello di abbattere, annientare ed eliminare le mafie. Senza le mafie il nostro Paese sarebbe probabilmente il primo Pese nel mondo. Le mafie lo rallentano e gli impediscono – ha concluso – di essere quello che è”. 

Pubblicato il

01 Gennaio 2021, 19:33

Condividi sui social