Cronaca

Piazza della Repubblica, Barresi: ‘Linea dura contro i clochard’

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17 Marzo 2022, 13:35

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CATANIA – “Il tempo è finito, quella non è più area di stazionamento“. L’assessore all’Igiene urbana Andrea Barresi non usa mezzi termini. Per lui piazza della Repubblica e corso Sicilia da questa mattina sono “liberati“. Da tende, materassi e accampamenti di fortuna di una trentina di senza fissa dimora che vivono nel centro di Catania. Le fotografie sono abbastanza eloquenti: gli operatori ecologici, coperti da capo a piedi con una tuta, prendono ogni cosa e la gettano nel cassone di un camioncino dell’immondizia.

“Abbiamo fatto una operazione di sgombero – prosegue Barresi a LiveSicilia – per dare decoro a quell’area, che è un’area centrale della città”. Il tema di piazza della Repubblica e della tendopoli sotto ai suoi portici si ripropone periodicamente. Di solito per fatti di cronaca: incendi di materiale da accampamento o sgomberi, come quello di stamattina.

Andrea Barresi

Per l’assessore, titolare oltre che della delega ai rifiuti anche di quella alla polizia municipale, “là la sera capitano cose fastidiose: arrusti e mangia, persone moleste, ubriache“. Qualcuno si spinge “a chiedere soldi alle persone”. “In parte sono italiani – continua Barresi – in parte stranieri. Sono intervenuti una quindicina di vigili urbani, oltre che il personale dei Servizi sociali, per indirizzare queste persone verso soluzioni alternative, che però non accettano”. E c’erano, poi, gli operai della Dusty per gettare via le tende da campeggio e i materassi per evitare il contatto diretto con la strada.

Le “soluzioni alternative” di cui parla l’assessore sono offerte da alcuni istituti religiosi. “Un dormitorio pubblico a Catania non c’è“, si sente dire da un cittadino in un video diffuso in diretta, questa mattina, dall’associazione I Siciliani giovani. “Queste persone non vogliono andare a dormire nei centri, le unità di strada di varie associazioni, in collaborazione con il Comune, li hanno invitati più volte – sostiene Barresi – C’è una donna che ha partorito da pochi giorni e ha lasciato il figlio da una delle associazioni, mentre lei è tornata a vivere qui”. Una situazione “insostenibile” a detta dell’assessore, che annuncia sgomberi di questo genere, d’ora in poi, “quasi ogni giorno. Quella zona – sostiene – deve essere ripulita”.

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Allo sgombero di questa mattina risponde, “ancora una volta criticamente“, il Sunia di Sicilia e Catania. Il sindacato degli inquilini, in una nota destinata all’amministrazione comunale, segnala che “al momento non risulta che alcuno dei progetti inerenti la riqualificazione dei beni confiscati alla mafia sia stato destinato alla creazione di alloggi sociali o di case rifugio per i senza tetto“.

Il riferimento è ai sei progetti presentati dal Comune di Catania per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come raccontato da LiveSicilia, il municipio ha fatto richiesta di accesso ai 250 milioni di euro previsti dal governo nazionale per la riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Sfogliando i progetti presentati da Palazzo degli elefanti, solo uno (quello di una piccola bottega in via Castello Ursino) è destinato alla “prevenzione della marginalità sociale”.

“Non si hanno più notizie del progetto Radici, finanziato dal Pon metro – puntualizza il Sunia – Catania, che si proclama città della solidarietà e dell’accoglienza, non può permettersi di accogliere solo alcune persone e di trattarne altre come oggetti di cui disfarsi”. Per il Sunia di Catania sono stati allontanati dalla strada “donne e uomini quasi tutti provenienti da esperienze di vita complesse e travagliate, in grave emergenza abitativa, spesso sfrattati, mentre altri hanno necessità di un dormitorio e di un centro diurno dove alloggiare in via temporanea“.

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17 Marzo 2022, 13:35

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