Pintagro: “Sono stato ingannato | Voto Gelarda, Grillo faccia pulizia”

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18 Ottobre 2016, 18:30

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PALERMO – “Sono più tranquillo di qualunque altra persona al mondo”. Sono trascorse più di due settimane dallo scoppio del caso delle presunte firme false nel Movimento 5 stelle e Vincenzo Pintagro, che con la sua intervista a Le Iene ha riportato alla luce una vicenda che mette in difficoltà gli uomini di Grillo a Palermo, ostenta sicurezza. “Grillo ha già ringraziato Le Iene e indirettamente anche me”, sostiene il 62enne docente di educazione fisica che con Livesicilia ripercorre quei giorni della primavera 2012, quando il Movimento 5 stelle era alle prese con la raccolta delle firme per la presentazione della lista alle Amministrative. “Eravamo nei giorni di marzo. Quella sera vidi che stavano ricopiando quelle firme e dissi: ‘Non permettetevi di fare un’operazione del genere, è un reato penale'”.

Pintagro, però, in quell’occasione non denunciò nulla alla stampa e in un post su Facebook, datato 10 aprile, ringraziò addirittura le “1.995 persone” che avevano sottoscritto la lista M5s “che è già stata presentata – scrisse il docente – e convalidata”. Nessun cenno alla vicenda delle firme, neanche nei giorni successivi: Pintagro andò regolarmente in lista per Sala delle Lapidi raccogliendo 72 voti. “Sono stato preso in giro – si difende -. Quando feci quel ‘cazziatone’ credetti di aver bloccato quel tentativo di ricopiare le firme. Seppi che avevano trascorso una notte intera in sede e quando chiesi spiegazioni mi dissero che avevano controllato la regolarità delle firme. Me la sono bevuta e pensai di essere riuscito a bloccare tutto. Per me quello era un tentativo andato a vuoto, per questo non mi posi il problema se andare in lista o meno. Questa stessa convinzione – prosegue – mi portò ad andare in lista anche per le Politiche 2013, quando mi candidai per la Camera. Quale fu la scintilla che mi portò a denunciare tutto alla Digos? Le parole del sottosegretario Davide Faraone, che rispondendo ad alcune accuse di Nuti gli consigliò di occuparsi delle firme per la candidatura a sindaco. A quel punto – ancora Pintagro – andai alla Digos per raccontare quanto avevo visto, ma fino a quando andai in lista per la Camera ero in buona fede e non pensavo avessero utilizzato quelle firme”.

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La Procura di Palermo ha rimesso mano al fascicolo archiviato quattro anni fa però Pintagro, difeso dall’avvocato Nino Caleca, minimizza: “E’ una ‘cazzata’, non si tratta di un vero reato dal momento che quelle firme erano state apposte. Sarebbe bastato convocare una conferenza stampa e chiedere scusa per un errore di gioventù. Invece è successo tutto questo. Le mie antipatie verso Nuti? Al mio arrivo al meet-up di Palermo ho capito subito che tipo di persona fosse ma mi trovavo davanti a uno dei fondatori del movimento in città, mentre io ero arrivato otto mesi dopo e non sarebbe stato corretto mettermi di traverso, ma mai mi sarei aspettato che fossero arrivati a tanto”.

All’orizzonte resta la corsa per Palazzo delle Aquile, con un Movimento 5 stelle che rischia di accusare il colpo dopo la sventagliata di accuse e le promesse di code giudiziarie andate avanti in questi giorni (la deputata Claudia Mannino e lo stesso Nuti hanno annunciato querela). Il deputato regionale Giampiero Trizzino ha rassicurato tutti (“Palermo avrà il suo candidato M5s”) e così Pintagro non fa mistero delle sue simpatie interne al Movimento in chiave Palazzo delle Aquile: “Voterò Igor Gelarda (agente di polizia e leader del sindacato Consap, ndr), un uomo delle forze dell’ordine che ho conosciuto meno di un anno fa. Mi ha fatto una buona impressione e inoltre è lontano da quel gruppo che ho combattuto finora. Un consiglio a Grillo? Azzererei la lista degli attuali candidati (sono 122 quelli che hanno presentato il curriculum per partecipare alle Comunarie, ndr) e andrei a ricercare i nomi tra i docenti e i rappresentanti delle forze dell’ordine”.

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18 Ottobre 2016, 18:30

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