Pistolettate a San Cristoforo |Contrasti personali o professionali

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25 Giugno 2018, 19:58

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CATANIA – La mafia non c’entra nulla nell’agguato di sabato pomeriggio in via Barcellona. Le pistolettate contro il meccanico ventenne sarebbero state la risposta di fuoco a un contrasto personale o professionale. Si scava nella vita e nelle relazioni private di Giovanni Vecchio, colpito al torace da un colpo di pistola. La pallottola ha perforato il braccio – forse usato dalla vittima per farsi scudo – e si è fermato al polmone. Il 20enne è ricoverato in terapia intensiva al Vittorio Emanuele di Catania. L’operazione per rimuovere il proiettile sarebbe andata bene. Almeno questo quello che avrebbero detto i chirurghi del nosocomio di via Plebiscito. Qualche segno di miglioramento, dunque. Però la prognosi  resta riservata.

“Stiamo lavorando”. Questo quello che continuano a ripetere da sabato pomeriggio i poliziotti della Squadra Mobile, che – sotto il coordinamento della Procura di Catania – stanno indagando sul tentato omicidio. Nessun bossolo è stato trovato nel tratto di via Barcellona, dove Giovanni Vecchio è stato colpito e ferito. Il conoscente che lo ha trasportato di corsa al Pronto Soccorso lo ha trovato lì, a pochi passi dall’officina, con i vestiti macchiati di sangue sull’asfalto. Gli investigatori hanno ascoltato amici, familiari e conoscenti, eseguita controlli incrociati di natura tecnica e controllato le telecamere della zona. Anche un dettaglio può dare la svolta alle indagini.

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Giovanni è un giovane che non ha mai avuto guai con la giustizia. Fedina penale pulita. Un caso, quasi raro purtroppo, tra i giovani che vivono a San Cristoforo. Una vita normalissima quella del ventenne: lavoro e poi a casa, dove l’aspettava la fidanzata con cui aveva deciso di convivere. Un mondo semplice, funestato da un colpo di pistola.

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25 Giugno 2018, 19:58

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