PALERMO – La Fillea Cgil Palermo si costituirà parte civile nel processo per la morte di un operaio Antonio Trapani, deceduto ad agosto dopo quaranta giorni di ricovero in ospedale. Trapani precipitò da un’impalcatura mentre era al lavoro, in un cantiere in via Brigata Verona, il 4 luglio scorso. E’ la prima volta che la Fillea decide di dare sostegno sindacale ai procedimenti civili e penali per infortuni gravi o mortali. L’annuncio è stato dato nel corso dell’iniziativa “Palermo e il lavoro in sicurezza”, per la festa del tesseramento degli edili, che si è svolta nel fine settimana. Una giornata per fare il punto sul settore edile e accendere i riflettori sul tema della sicurezza in tutti i suoi risvolti, il lavoro nei cantieri, la stabilità degli edifici pubblici, il pericolo crolli per il rischio sismico e idrogeologico, le tutele previdenziali e sociali del lavoratore edile, i nuovi modelli costruttivi e i materiali biosostenibili, le opere per rendere Palermo sicura, l’investimento nel settore della sicurezza, per creare lavoro e occupazione.
L’alta incidenza della mortalità in edilizia è stata al centro degli argomenti trattati. A Palermo i morti sul lavoro sono stati nell’ultimo anno 12, di cui 4 nel comparto edile. “D’ora in poi metteremo in atto la costituzione di parte civile in tutti i processi per infortuni gravi o mortali – dichiara il segretario generale della Fillea Francesco Piastra – Lo facciamo per perseguire come sindacato in tutti i modi la tutela dei lavoratori e far sì che le eventuali responsabilità dei datori di lavoro vengano accertate. Un’azione che deve spingere al rispetto delle leggi di prevenzione dagli infortuni. In gran parte si tratta di cadute dai ponteggi. E le vittime erano tutti edili con più di 60 anni di età”.
Gli investimenti sulla sicurezza e sulla qualità del costruito potrebbero costituire l’asse portante di una ripresa per l’edilizia a Palermo, settore dove si continua a registrare uno stato di crisi: dall’inizio della flessione a oggi, si contano 10 mila edili in meno al lavoro. “I dati smentiscono le previsioni di inizio anno, di una ripresa dell’edilizia, che al Sud non c’è mai stata. A Palermo si registra un decremento, con un calo di tutti gli indici censiti dalla Casa edile – dichiara il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Francesco Piastra – In un anno sono diminuite di 144 unità le attività edili, si è passati da 1.458 imprese attive a 1.314. Il numero degli addetti tra Palermo e provincia in un anno è sceso di 960 unità, da 6.2190 a 5.259. La massa salari è scesa di 11 milioni di euro (da 72 milioni a 61) e le ore lavorate sono passate da 950 mila a 650 mila”. E aggiunge il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo: “La qualità dei servizi e del costruire è la nuova frontiera che può garantire la qualità dell’occupazione. Chiediamo scelte strategiche sempre più in direzione della rigenerazione urbana, che è anche rigenerazione architettonica, sociale e economica, strada che il Comune sta perseguendo con la scelta del Tram che collega il centro e le periferie della nostra città. Una scelta di modernità. Proviamo tutti quanti, Comune, Università, sindacati e parti sociali, a stare insieme in un sistema di riqualificazione che parta dall’attivazione dei protocolli di legalità e contro il lavoro nero”.
La Fillea chiede l’accelerazione dei progetti esecutivi per rendere Palermo sicura. I cantieri pubblici stentano a decollare, a partire dalla messa in sicurezza delle strade provinciali e intercomunali finanziate dal Patto per Palermo, dove sono previsti, per il 2017-2018, 45 milioni 161 mila. “La Fillea – aggiunge Piastra – chiede che le opere programmate non restino sulla carta. Ci sono 45 milioni stanziati per il rischio crolli dei costoni rocciosi. Per il dissesto idrogeologico a Palermo il Patto del Sud destina circa 20 milioni di euro, tra i lavori ci sono la manutenzione dei canali di maltempo di Boccadifalco e Passo di Rigano, tutte opere che non possono restare al palo”. Altri 68 milioni di euro sono stati stanziati per il dissesto idrogeologico in tutta l’area metropolitana. Per il 2017, il Patto per Palermo ha previsto una disponibilità di spesa di 60 milioni di euro per opere che riguardano anche la sicurezza di scuole e la realizzazione di nuovi assi viari. “Bisogna fare in modo – prosegue Piastra – che gli enti pubblici in tempi rapidi avviamo le procedure di gara e procedano alla realizzazione dei cantieri previsti per dare linfa al settore edile. E che si proceda con la verifica della vulnerabilità degli edifici, a partire da scuole e ospedali. Sul piano sociale è importante, per creare occupazione in un comparto che perde migliaia di posti di lavoro”.
Sicurezza sociale. Su una platea di 1500 lavoratori censiti dalla Cassa edili a Palermo, solo un lavoratore ha potuto agganciarsi alla pensione utilizzando l’Ape social. “Bisogna rivedere il meccanismo per rendere l’accesso alla pensione più flessibile – chiede la Fillea Cgil Palermo – La riforma degli ammortizzatori sociali ha penalizzato il nostro comparto. Difficilmente un lavoratore edile arriva a 63 anni con 36 anni di contributi e riesce ad avere una tutela piena”.
“Fino a quando nel settore dell’edilizia si praticherà il massimo ribasso, si cercherà di scavalcare la responsabilità in solido, non verranno rafforzate le sanzioni e investite risorse per potenziare il sistema dei controlli, continueranno ad essere all’ordine del giorno morti sul lavoro, lavoro nero e infortuni – ha dichiarato il segretario generale Fillea Cgil Alessandro Genovesi intervenuto alle tavole rotonde della Fillea Cgil Palermo su ‘Palermo e il lavoro in sicurezza’ -.Tutti debbono fare la propria parte, e dobbiamo farla anche con ciò che ci compete, cioè la contrattazione – ha aggiunto Genovesi – Per questo non accettiamo più l’incoerenza della parte datoriale, che da una parte dichiara buone intenzioni e dall’altra è più di un anno che non fa un passo in avanti sul tavolo del negoziato per il rinnovo del ccnl dell’edilizia, opponendosi proprio a quei punti della nostra piattaforma che vanno nella direzione della qualità dell’impresa e del lavoro. E allora basta con questo letargo negoziale, per questo abbiamo detto con Filca e Feneal: o contratto subito o sarà mobilitazione”.
Per quanto riguarda pensioni e Ape social, sul tavolo del confronto con il governo, secondo il segretario nazionale della Fillea, pesa come un macigno “la totale rimozione della condizione di centinaia di migliaia di lavoratori impegnati in attività usuranti e gravose, come quelle svolte dagli operai edili”. “Operai che continuano a morire sulle impalcature, vittime di lavoro nero, sfruttamento e di un ingiusto sistema previdenziale – ha aggiunto Genovesi – La stessa Ape Social con i suoi vincoli è stata un flop per i nostri settori: sono state meno di 600 – su 20 mila edili over 60 che ancora stanno sulle impalcature – le domande presentate all’INPS, per le difficoltà (superate solo a 48 dalla scadenza) di reperire la documentazione, ma soprattutto perché dopo anni di crisi praticamente nessun edile, come continuamente denunciato dalla Fillea Cgil, aveva e ha quei requisiti”.