PALERMO – Il popolo della notte palermitano si schiera contro il neonato regolamento comunale sulla movida che vieterà la musica dopo la mezzanotte, eccezion fatta per il venerdì e il sabato quando il divieto scatterà all’una, e la vendita degli alcolici in vetro dopo la mezzanotte se non consumati all’interno dello stesso esercizio dove vengono acquistati. Nonostante le parole di apprezzamento espresse dai vertici di Confartigianato e Confesercenti di Palermo dopo il varo delle regole da parte della giunta Orlando, non si riscontra altrettanto gradimento facendo un giro notturno nei locali della movida del capoluogo.
Un provvedimento “insensato” secondo Alessia Valenti, impiegata presso il Cavù di piazza Rivoluzione: “Molti dei nostri clienti già in passato hanno mostrato imbarazzo nel momento in cui la musica veniva spenta. Nel momento in cui viene a mancare un naturale accompagnamento per chi intende passare una serata in allegria, siamo costretti a chiudere e i giovani frequentatori del nostro locale cercano nuovi luoghi d’incontro. Così si penalizzano i clienti giovani. Poi, non poter vendere prodotti in vetro al di fuori del locale significa non poter portare al tavolo neppure una bottiglia di vino, il che rischia di avere una certa influenza anche sugli introiti dei locali. Occorrerebbe trovare una soluzione che possa accontentare tutti”.
Non si discosta di molto il parere di Matteo Carnesi, uno dei titolari del Malox di piazzetta della Canna: “L’anno scorso siamo stati tra i pochi a seguire l’ordinanza. Quest’anno ci propinano un regolamento che ci costringerà a rispettare delle regole quando a poche centinaia di metri dal nostro locale ci sono zone franche dove regna l’anarchia. Noi le regole intendiamo seguirle, anche quando non ci piacciono, ma devono valere per tutti. Chi sbaglia deve essere punito. Sulla questione vetro, noi già da qualche tempo abbiamo iniziato a introdurre contenitori in policarbonato, tuttavia se davvero il Comune intende modernizzarsi da questo punto di vista dovrebbe garantirci un contributo considerando i costi non certo indifferenti da sostenere”.
Secondo Sergio Tedesco, titolare del Drunks in piazza Magione, si tratta di un “regolamento che non favorisce il commercio e le attività produttive. Limitare una forma d’arte come la musica, peraltro durante un periodo di lavoro intenso come quello estivo, equivale a dare il colpo di grazia a chi si ritrova a lavorare nelle fasce orarie notturne. Ovviamente bisogna tenere conto delle esigenze di chi va a dormire, tuttavia non è ammissibile che si limiti il lavoro di chi gestisce un’attività. E’ un provvedimento assurdo”.
Così Francesco D’Amore, titolare del Basquiat di via Sant’Oliva: “Non condividiamo la posizione del Comune. Un conto è abbassare il volume della musica, seguendo le regole non scritte del buon vicinato, un altro è costringere a spegnere gli impianti. Per quanto concerne l’impossibilità di trasportare vetro al di fuori del locale dopo la mezzanotte, mi chiedo a cosa serva. Si può essere già ubriachi alle sei del pomeriggio o alle dieci di sera, non è certo l’orario a porre dei limiti a chi intende bere”.
Piuttosto duro, infine, il parere di un impiegato di un locale della Vucciria che preferisce rimanere anonimo: “Così ci tolgono il lavoro. Stanno provando a tagliarci le gambe in ogni modo, quando in realtà non facciamo altro che tenere accesa una città che non è in grado di offrire molto ai ragazzi. Sono regole insensate e vergognose”.