Pubblicità, i numeri | del “sistema Giacchetto”

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21 Giugno 2013, 12:53

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PALERMO – È stata una delle fonti che ha contribuito ad alimentare il “tesoro” di Fausto Giacchetto. Milioni di euro, versati dalle società concessionarie di spazi pubblicitari sotto forma di “diritti di agenzia”. Provvigioni. Dalle percentuali molto alte. Somme necessarie, quelle garantite dalle società, stando al racconto dei titolari delle concessionarie sentiti dagli inquirenti, per accedere alla pianificazione dei fondi che passavano dal Ciapi (ma anche da Italia Lavoro spa) e da lì al “mediatore”. Giacchetto, appunto.

Situazione molto diversa rispetto a quella di altre società, alle quali, secondo gli inquirenti venivano destinati i fondi dei progetti assegnati all’ente di formazione “a fronte dell’emissione di fatture per operazioni del tutto o parzialmente inesistenti”. E finite sotto accusa nell’inchiesta della Procura. “Altro modo invece atteneva la scelta, sempre da parte del Ciapi – scrivono gli inquirenti -, delle società Damir Srl, Alessi Spa, Gap Srl, Novantacento Srl, Start Affissioni Srl, Space Srl, Publikompass Spa, quali fornitori di servizi di pubblicità, a fronte del riconoscimento al Giacchetto per l’opera di “mediazione” di una percentuale consistente degli introiti incassati”. Una condotta considerata “penalmente irrilevante”. Le società in questione, quindi, avrebbero assicurato a Giacchetto provvigioni preziose, pur di non rimanere escluse dagli investimenti pubblicitari degli enti nei quali il manager aveva il controllo dei budget. In un caso preciso, però, ampiamente descritto dagli investigatori nell’ordinanza, questo rapporto tra il project manager, il Ciapi e i concessionari pubblicitari è ancora più stretto. Insomma, in un caso, entra persino “la famiglia”. E anche gli investigatori, nell’ordinanza, sottolineano la peculiarità della vicenda: “Significativo – secondo gli investigatori – è il caso della Publikompass S.p.A.”. Concetta Argento, infatti, nel 2006 viene chiamata a lavorare per la società concessionaria che vende spazi pubblicitari sui quotidiani Giornale di Sicilia, La Sicilia e La Gazzetta del Sud. Il compito? Curare i rapporti commerciali direttamente ed esclusivamente con Fausto Giacchetto. Che, per la cronaca, è suo marito. “Giacchetto – racconta agli inquirenti Diego Cipollina, direttore della filiale di Palermo della Publikompass – si presentò come una sorta di agente del Ciapi di Palermo, che conoscevo come una delle tante strutture della Regione Siciliana, e mi prospettò la possibilità di fare pervenire a Publikompass S.p.A. tutta una serie di ordini per l’acquisto di Spazi pubblicitari relativi ad alcuni progetti del Ciapi di Palermo (ricordo, ad esempio, quello denominato Carovana per l’Orientamento). Per la sua attività di agente, Publikompass S.p.A. – prosegue Cipollina – avrebbe riconosciuto delle provvigioni al Giacchetto, da liquidare sulla base di quanto effettivamente incassato per le fatture emesse da Publikompass S.p.A. nei confronti del Ciapi di Palermo ma anche di altri enti pubblici clienti del Giacchetto: Italia Lavoro Sicilia S.p.A. ed il Ciapi di Priolo (SR)”. Ma qui, come detto, entra in gioco la moglie del manager. “In tale contesto, il Giacchetto chiese che dette provvigioni, – spiega Cipollina – tecnicamente definite come “diritti d’agenzia”, venissero liquidati a sua moglie Argento Concetta che ha sottoscritto un mandato di agenzia che le inoltrò Publikompass Spa”. Un mandato “esclusivo”, visto che, come spiega sempre il direttore della Pk nell’ottobre del 2012, “Argento Concetta è stata, e lo è tutt’oggi, un’agente Publikompass S.p.A. limitatamente all’attività svolta dal marito Giacchetto Faustino”. Insomma, le provvigioni sarebbero state versate alla moglie di Giacchetto. Che in quel periodo non è nemmeno, – spiegano gli inquirenti – formalmente, un agente di commercio.

Ma a quanto ammontano realmente queste provvigioni? È lo stesso Cipollina a spiegarlo: “Per non essere esclusi o comunque marginalizzati da questi importanti investimenti del Ciapi – dice infatti – Publikompass S.p.A. ha dovuto riconoscere le suddette provvigioni (22,25%) al Giacchetto la cui iniziale richiesta era pari al 25%, contro una nostra proposta del 10%”. La Pk quindi riconosceva a Giacchetto il 22,5%. Gli inquirenti, allora, hanno tirato fuori la somma incassata dal manager (attraverso i versamenti alla moglie o, in qualche caso, a società a lui riconducibili). Tra il 2006 e il 2010, quindi, a Concetta Argento, moglie di Giacchetto, la Publikompass versa 787.139,00, ai quali vanno aggiunti i 75.984,09 euro per le provvigioni degli anni 2011 e 2012. Ma non finisce qui. “Ai suddetti importi, come detto corrisposti ad Argento Concetta, – scrivono gli inquirenti – si aggiungono le over commission che la Publikompass S.p.A. ha liquidato alla Media Center & Management S.r.l.”. Vale a dire a una società di fatto gestita da Giacchetto. Si tratta di altri 295.381,78 euro. Insomma, tra il 2006 e il 2012 la Publikompass ha versato, a titolo di “provvigione” e “over commission”, una somma complessiva di 1.158.504,87 euro. Che, stando alla percentuale di provvigione indicata dal direttore Cipollina, dovrebbe corrispondere a un fatturato, da parte della Publikompass, di almeno 5 milioni di euro.

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Una cifra un leggermente inferiore è quella che la Damir srl, una società che si occupa di affissioni, ha versato a Giacchetto (o alle sue società) nel corso degli anni. Anche in questo caso, gli inquirenti hanno sentito uno dei titolari e hanno stilato l’elenco delle fatture emesse. In questo caso, in percentuale, “provvigione” garantita al manager è assai più alta: “La percentuale che la Damir S.r.l. avrebbe riconosciuto al Giacchetto per gli ordini del Ciapi – ha ammesso Dario Mirri – era del 50%.”. In questo caso, la provvigione veniva versata alla Sicily Comunication e alla Media Center, società “di fatto” gestite da Giacchetto. Tra il 2006 e il 2009 la Damir avrebbe versato 1.150.891,78 euro. “Questa sua ‘posizione di forza’ – ha detto Dario Mirri, titolare dell’azienda, agli inquirenti – ha determinato in noi la consapevolezza che, non accettare le sue condizioni, avrebbe di fatto estromesso la Damir S.r.l. dagli investimenti pubblicitari del Ciapi e di Italia Lavoro Sicilia S.p.A.”.

Più basse, invece, le provvigioni versate dalle altre società. La Alessi Pubblicità, a fronte di un fatturato complessivo di quasi 2,6 milioni, ha garantito a Giacchetto una provvigione di 981.807,25. “In pratica, – ha dichiarato Gaspare Alessi, titolare dell’omonima azienda pubblicitaria agli inquirenti – Giacchetto era l’unico interlocutore di tali enti per ciò che riguarda la pubblicità per cui avevamo la consapevolezza che, non accettare le sue condizioni, avrebbe determinato l’estromissione/ridimensionamento della nostra azienda da importanti investimenti”. E le provvigioni sarebbero state versate anche dalle società Space srl (313.375,00 euro a fronte di un fatturato di 639.150,00 euro) e Start Affissioni Srl (137.873,00 a fronte di un fatturato di quasi 302 mila euro).

Le altre due società che avrebbero assicurato a Giacchetto le provvigioni sono la Gap srl e la Novantacento. La Gap è un’agenzia concessionaria della Mondadori Pubblicità Spa e gestisce le inserzioni su alcune riviste a tiratura nazionale come, tra le altre, Donna Moderna, Grazia, Sorrisi e Canzoni. La somma complessiva garantita al manager, (per diritti che vanno dal gennaio 2007 al giugno 2009) in questo caso, così come illustrato dagli inquirenti, ammonta a 804.352,02. “L’ampio margine di discrezionalità su cui poteva contare Giacchetto – ha detto agli inquirenti il titolare di Gap, Giuseppe Amato – ci ha convinti a riconoscergli delle provvigioni particolarmente onerose per evitare conseguenze dannose per la nostra azienda”. Amato è anche socio della Novantacento. Quest’ultima società edita le riviste I Love Sicilia e “S” e in passato anche “Il Palermo” e “Match Today”. “Novantacento S.r.l., – dichiara sempre Giuseppe Amato – è una società editrice che ha avuto rapporti commerciali anche con il Ciapi e con Italia Lavoro Sicilia S.p.A. sempre grazie al Giacchetto. Anche in questo, pertanto, il citato soggetto si è occupato di comunicare a Novantacento S.r.l. le varie informazioni per potere formulare degli ordini che poi venivano accettati dai suddetti Enti. Naturalmente, la Novantacento S.r.l. ha riconosciuto al Giacchetto delle provvigioni che sono state fatturate dalle sue società di cui ho già riferito. Nel caso di Novantacento S.r.l., – prosegue Amato – le forniture sono consistite nella vendita di spazi pubblicitari in alcune testate da noi gestite (es. I Love Sicilia, Esse, Il Palermo, etc.)”. In questo caso, le cifre delle provvigioni riconosciute sono più basse. La somma totale è di 390.890,74 per un periodo complessivo che copre gli anni 2008, 2009 e 2010.

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21 Giugno 2013, 12:53

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