Imposte illegittime, il Comune deve pagare le imprese pubblicitarie - Live Sicilia

Imposte illegittime, il Comune deve pagare le imprese pubblicitarie

Sala delle Lapidi ha approvato i debiti fuori bilancio

PALERMO – Dal 2013 hanno pagato imposte illegittimamente aumentate e il Comune ora deve restituire i soldi. Sala delle Lapidi ha approvato i debiti fuori bilancio per saldare i crediti vantati da alcune imprese che gestiscono impianti pubblicitari, così come stabilito dalla Commissione tributaria.

La legge nazionale

L’amministrazione comunale ha preteso imposte per milioni di euro che in base ad una legge nazionale non doveva incassare. Le imprese avevano due possibilità: ridimensionare la propria attività o pagare nell’attesa di fare valere le proprie ragioni con un contenzioso tributario. Ed è la seconda strada ad essere stata percorsa.

La nota di Aspes

Nella battaglia legale hanno avuto al loro fianco l’Aspes, l’associazione pubblicità esterna. “Tale circostanza ha costretto molte imprese non solo a dover avviare dei complessi contenziosi tributari – spiegano dall’associazione – ma anche a pagare, per molti anni, sia le imposte non dovute che i cospicui oneri finanziari relativi all’anticipazione bancaria”.

L’illegittimità degli aumenti tariffari da parte dei Comuni è stata sancita nel 2018 da una sentenza della Corte Costituzionale. Molte amministrazioni si sono subito adeguate e hanno pagato anche mediante compensazioni di crediti.

“Con profondo stupore l’amministrazione comunale palermitana di quel tempo, non rispettando né la legge né la sentenza della Consulta – aggiungono da Aspes – ha deciso, temerariamente, di fare cassa in danno delle imprese e di continuare un contenzioso innanzi alla Commissione tributaria provinciale che sicuramente l’avrebbe vista soccombere”.

Ha cercato di guadagnare tempo, ma ha perso le cause sia in primo grado che, quando ha fatto ricorso, in appello. Circostanza che non è bastata alle imprese per incassare i crediti.

“La precedente amministrazione comunale, a causa delle gravi condizioni del bilancio, non ha voluto rispettare le decisioni dei giudici – spiegano dall’associazione – costringendo le imprese a intraprendere l’azione esecutiva che comporta la nomina di commissari ad acta”.

Le imprese hanno dovuto contrarre ulteriori debiti per pagare le imposte dovute per le plusvalenze determinate da sentenze che la legge prevede debbano essere iscritte in bilancio nel momento in cui la sentenza diventa esecutiva, a prescindere dal loro incasso.

A peggiorare la situazione è intervenuta la pandemia Covid, nel corso della quale le imprese concessionarie d’impianti pubblicitari sono state costrette a subire ingenti perdite. La nuova amministrazione comunale, concludono da Apes, “si è adoperata fattivamente per chiudere questo mortificante contenzioso”.


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