Quanto vale quella stretta di mano?

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14 Maggio 2012, 09:04

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Quanto vale la stretta di mano che Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli si sono scambiati al Giardino Inglese, alla festa di Addiopizzo? Dobbiamo considerarla alla stregua di un rito, una scenografia a esclusivo beneficio dei fotografi? E’ la premessa di una nuova stagione? E se fosse il sintomo di un battito diverso, di un metronomo differente, verso quale idea dovrebbe indirizzarsi? Ha detto Leoluca Orlando: “Il sindaco di Palermo dovrà affrontare problemi da far tremare le vene ai polsi”. E’ il punto di partenza di un ragionamento incontestabile. La politica – come l’abbiamo conosciuta fin qui – non saprà alleviare le pene di una città morente. Il manuale Cencelli, le ripicche, gli screzi: tutto compone l’armamentario di un passato maldestro che non deve tornare, se non vogliamo l’estinzione e il disastro. I prossimi anni avranno bisogno dell’ingresso in campo di un comitato di salute pubblica. Ci saranno lacrime e sangue. Ci sarà da spiegare ai palermitani il senso di un cammino tortuoso. L’unico viatico di una salvezza difficile.

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Chiunque sarà sindaco avrà da affrontare un calvario amarissimo. Chi si illude, chi pensa che l’esperienza di Orlando o la giovinezza di Ferrandelli siano in grado da sole di rovesciare il tavolo è già fuori strada. Non potremo restare alla finestra, certi delle opere benefiche di un salvatore calato dall’alto. Dovremo diventare, se ne saremo capaci, i primi terapeuti del nostro male: pretendendo risposte all’altezza, sopportando le intemperie e aiutando i futuri amministratori nella loro opera irrinunciabile di pulizia e trasparenza. Per questo noi auspichiamo che quella stretta di mano sia il primo elemento condiviso di un domani che sappia coinvolgere il coraggio di tutti. Lo speriamo per noi stessi e per il pianto di Alessandra, una ragazza che si è commossa, al Giardino Inglese, davanti al segno di pacificazione tra Orlando e Ferrandelli. Sono lacrime che meritano una risposta all’altezza.

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14 Maggio 2012, 09:04

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