Quella notte in via Sampolo | Retroscena di un pasticcio

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29 Novembre 2016, 09:59

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PALERMO – I pasticcio del Movimento 5 Stelle si consuma in un ufficio di via Sampolo, a Palermo. Cosa accadde la sera del 3 aprile di quattro anni fa? Chiuso il primo giro di interrogatori degli indagati i contorni della vicenda  si fanno sempre più chiari. Le stanze erano due. In una c’erano gli attivisti che controllavano le firme, nell’altra si stava svolgendo una sorta di riunione politica alla presenza di Riccardo Nuti, oggi deputato nazionale e allora candidato a sindaco di Palermo.

Ad un certo punto si accorsero che il luogo di nascita di un candidato era sbagliato. Cosa fare? Partirono delle convocazioni telefoniche e, in un clima nervoso, fu deciso di ricopiare le firme in fretta e furia. Qualcuno fra gli attivisti più giovani era perplesso. Aveva intuito che si stava commettendo un falso. “E’ sicuro che lo possiamo fare?”.

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Ed invece, sarebbe stata presa una decisione condivisa da coloro che avevano un peso politico maggiore. A cominciare, secondo gli inquirenti, dallo stesso Nuti. Una decisione che sarebbe stata avallata dall’avvocato Menallo, una sorta di consulente legale. Il suo autorevole parere sarebbe apparso ai più inesperti come un via libera.

In ballo non c’era solo la lista palermitana, ma la possibilità di candidarsi alle future elezioni nazionali. Un regolamento interno del Movimento, infatti, aveva, stabilito che alla corsa per un scranno parlamentare avrebbero potuto partecipare soltanto coloro che si fossero già candidati con il Movimento Cinque Stelle o con una lista ad esso collegata.

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29 Novembre 2016, 09:59

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