22 Novembre 2023, 06:15
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PALERMO- Tutto bene quel che finisce bene? Apparentemente sì, ma solo per il momento. L’approvazione del bilancio consuntivo della Rap per il 2022 scaccia lo spettro di una prossima emergenza rifiuti. I sindacati, già sul piede di guerra, siglano la pace “fino al dieci dicembre”. Ma i segnali dicono che la tregua non è solidissima e che il futuro dipenderà da parecchie variabili.
Un messaggio chiarissimo, per esempio, è inserito nel comunicato in cui vengono riportate le parole del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “Con questo atto l’amministrazione intende rivolgere fiducia all’azienda e ai suoi lavoratori, in modo da dare continuità a un servizio essenziale a tutela dell’igiene e della salute pubblica – si legge -. Inoltre, oneriamo l’Organo amministrativo della Rap alla predisposizione e all’attuazione, senza ulteriore indugio, del piano di risanamento che deve essere idoneo al superamento dell’attuale situazione di crisi, correggendone gli effetti ed eliminandone tutte le determinanti, nel rispetto ed in consonanza con il piano di riequilibrio pluriennale del Comune”.
Una ‘concessione’ condizionata e di semplice traduzione quella di Lagalla: d’ora in poi non saranno ammessi ritardi o disservizi, anche perché si rischia di sfasciare i conti complessivi. Altro elemento di rilievo: il sindaco che si manifesta, personalmente, come è accaduto per chiudere la questione del bilancio e dare, con la sua presenza, un segno forte. Tutto questo mentre in città tornano i roghi dei rifiuti.
In realtà, i problemi della partecipata restano monumentali. Prima dell’ideale brindisi e della ritrovata unità, una nota degli uffici comunali aveva raccontato una storia un po’ diversa. L’Ufficio Controllo Economico e Finanziario per le Società Partecipate del Comune ha messo nero su bianco le criticità: “Occorre adottare, con tutta evidenza e senza ulteriori indugi, con una deliberazione dell’Organo Amministrativo, e presentare al Socio Unico, un puntuale piano di risanamento aziendale, emanando tutti i provvedimenti necessari al fine di prevenire ulteriori aggravamenti”.
“Esso – si legge – deve consentire al socio pubblico di analizzare e valutare lo stato di salute della società partecipata e, quindi, tra l’altro, la convenienza economico-finanziaria del proseguimento di tale modalità di gestione del servizio rispetto ad altre alternative possibili anche nell’ottica del mantenimento o meno delle partecipazioni”. Gli uffici ricordano le norme e le eventuali conseguenze in caso di “gravi irregolarità”.
Il piano di ristrutturazione è un chiodo fisso per il presidente di Rap, Giuseppe Todaro: “Dobbiamo procedere spediti, attivando una serie di percorsi – dice a LiveSicilia.it -. C’è in vista la ricapitalizzazione dell’azienda da parte del Comune, con investimenti importanti. La cessione a noi della sede di piazzetta Cairoli è un passaggio che varrà quattro milioni. Ci sarà l’acquisto dei compattatori in conto capitale, avremo l’aggiornamento Istat della Tari… I termovalorizzatori, in prospettiva, rappresentano la soluzione, per adesso contiamo sulla raccolta differenziata, per cui speriamo, entro il 2024, di potere migliorare sensibilmente i conti”.
E i sindacati che, nel loro dispaccio, se la prendono con la ‘burocrazia aziendale’? Sarà vera pace? “La nota degli uffici – dice il segretario regionale della Fit Cisl, Dionisio Giordano – c’è sembrata pesante. Lo abbiamo sottolineato più volte: pare quasi che la politica vada da una parte e la burocrazia dall’altra. E’ arrivato il milione della Regione per la discarica, ma Rap aspetta ancora un milione e mezzo del ‘Progetto Decoro’, due milioni e mezzo di investimenti e uno dal Ministero… Noi abbiamo dimostrato un grande senso di responsabilità, però stiamo con gli occhi aperti”.
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22 Novembre 2023, 06:15