Rapito da Al Qaeda “imprudente”| Lui: “non sono incosciente”

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30 Aprile 2010, 16:48

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“Vorrei dire al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che non sono un incosciente né un avventuriero”. Lo ha detto Sergio Cicala, l’italiano che insieme alla moglie Philomene Kaboré è stato per quattro mesi nelle mani di un gruppo legato ad Al Qaeda in Mali, durante la cerimonia di bentornato organizzata dall’amministrazione comunale di Carini, alle porte di palermo, nella sala consiliare del municipio affollata da giornalisti, politici ma anche da tanta gente comune per dar loro il bentornato

Alla cerimonia, voluta dal sindaco Gaetano La Fata, hanno partecipato anche diverse classi delle scuole della città. Gli studenti hanno regalato ai coniugi Cicala le fotografie della manifestazione di piazza che si è svolta alcune settimane fa a Carini per chiedere il loro rilascio. “Ringrazio con tutto il cuore la popolazione di Carini – dice Cicala – è anche grazie a loro e alla loro manifestazione che oggi siamo qui. Il 6 aprile i sequestratori mi avevano fatto registrare un altro messaggio video per chiedere alla cittadinanza di scendere in piazza per far pressione sul governo italiano affinché facesse di tutto per ottenere la nostra liberazione. Ho saputo che proprio in quei giorni i carinesi hanno organizzato spontaneamente una manifestazione del genere. Sono commosso”.

Cicala racconta anche di aver instaurato un rapporto di fiducia con uno dei sequestratori, col quale hanno discusso del coinvolgimento italiano nelle missioni militari in Iraq e in Afghanistan e delle politiche di respingimento adottate dal Governo nei confronti degli immigrati africani nel Mediterraneo. “Adesso voglio soltanto riposare – conclude – e fino a settembre io e mia moglie rimarremo nella villetta a Carini. Poi però ripartiremo, perché, anche se il sequestro mi ha segnato, non ha intaccato la voglia di girare per il mondo che è sempre stata la mia ragione di vita”.

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Il ministro della Difesa, Ignazio la Russa

E proprio a questo proposito è giunta la risposta del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha confermato “la valutazione che ho fatto all’epoca del rapimento: chi si avventura in viaggi del genere è imprudente”. “Il governo – aggiunge La Russa – così come ha fatto anche nell’occasione del rapimento di Cicala e di sua moglie, farà sempre tutto il possibile per liberare gli ostaggi. Ma da parte dei turisti occorre più attenzione agli appelli della Farnesina a non recarsi in luoghi pericolosi”.

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30 Aprile 2010, 16:48

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