PALERMO – Pioggia di ricorsi contro le norme che hanno bloccato il rinnovo dei contratti e i tagli alle pensioni dei dipendenti della Regione siciliana contenute nella legge di stabilità dell’anno scorso. Lo rende noto il sindacato autonomo Siad, che ha dato mandato al avvocato Massimiliano Marinelli di impugnare gli articoli 49, 51 e 52 della scorsa manovra e che riguardano una platea di circa 18 mila regionali. Per il Siad le norme volute dal governo Crocetta sono “illegittime” e per questo annuncia una prima tranche di 904 ricorsi. “Queste norme, che sono state adottate per individuare risparmi di spesa – dicono i segretari regionali del Siad Vincenzo Bustinto e Angelo Lo Curto – determinano una sorta di nuova tassa applicata solo a una parte di cittadini: i dipendenti regionali.
La mancata stipula dei contratti 2006/2009 dei regionali, a differenza del resto d’Italia, penalizza la categoria alla quale vengono addossati gli sperperi di una classe politica inadeguata e faziosa”. “I tagli approvati con l’art. 51 di revisione del sistema di calcolo delle pensioni per chi rimane in servizio, operano – proseguono – su somme già maturate ed hanno effetto retroattivo sin dal primo giorno di assunzione e determinano decurtazioni anche sulla parte contributiva, con l’inaccettabile previsione di un tetto massimo pensionistico non superiore all’85% della media delle retribuzioni degli ultimi cinque anni di attività”. “L’imposizione di illegittime decurtazioni sulle pensioni già maturate da soggetti che sono costretti ad accedere alla pensione anticipata – concludono – sono applicate anche a coloro che hanno raggiunto i requisiti previsti dalla Legge Fornero, in violazione del principio del pro rata; mentre la decurtazione della remunerazione legata al raggiungimento degli obiettivi dei dirigenti sono contrarie alla giurisprudenza costante, nonché ai principi generali e costituzionali vigenti”.