Regione: Cuffaro e il problema politico

Regione, un ‘terremoto politico’. L’epicentro è nel centrodestra

Traumi e appetiti. Le premesse non sono confortanti

La giunta regionale, convocata dal presidente Schifani, ha deciso di procedere con dei provvedimenti nei confronti di burocrati e affini coinvolti nell’ultima inchiesta che vede al centro il segretario dimissionario della Dc, Totò Cuffaro.

“Palazzo d’Orleans – citiamo un lancio dell’agenzia Ansa di qualche giorno fa – segue con doveroso riserbo istituzionale ma con rigorosa attenzione l’evoluzione della vicenda”. Ma il vero punto politico non riguarda le future determinazioni della magistratura, ovviamente importantissime per dare una essenziale cornice giudiziaria alle cose.

Il terremoto politico nel centrodestra

Lo snodo cruciale del Palazzo risiede piuttosto nella cosiddetta questione morale, cioè nella capacità o meno della stessa politica di scegliere strade commisurate al bene comune, non all’accaparramento di posti e prebende. Scorrendo le ultime cronache sorge dubbio acutissimo in proposito.

Ed è un rovello che il centrodestra al governo dovrebbe porsi, nessuno escluso, con una certa urgenza, in un contesto di grave difficoltà.

Il segretario dimissionario della Democrazia Cristiana viene inquisito per presunti fatti di corruzione. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessore al Turismo, Elvira Amata, entrambi di Fratelli d’Italia, sono sotto inchiesta per altre notissime vicende.

La miscela pericolosa

Parliamo di figure centrali, coinvolte in indagini dall’immensa risonanza, di pezzi di primo piano (qui un riassunto completo). Una riflessione profonda non può essere differita: siamo al cospetto di una crisi di sistema, di un ‘terremoto’ con l’epicentro proprio nel centrodestra.

Parallelamente, lo scadimento diffuso di alcune relazioni nella coalizione ha assunto dimensioni innegabili. Gli ultimi passaggi parlamentari lo hanno dimostrato. Questa non è una scossa passeggera.

C’è, infatti, pronta a divampare nuovamente, la questione politicamente politica in una compagine che, negli scorsi appuntamenti, tra franchi tiratori e polemiche, non ha offerto prova di compattezza, per usare un eufemismo.

Quale sarà la miscela, presumibilmente ‘rischiosa’, tra insicurezze a vario titolo, appetiti e pretese, in un contesto generale diviso tra fazioni e portatori di interessi singoli, chiamato a successivi e decisivi impegni? Staremo a vedere. Le premesse non appaiono confortanti, né per il governo, né per la maggioranza, né per la politica come vorremmo che fosse.

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