Il sindaco di Licata non potrà dimorare nella città che amministra. Queste le disposizione del gip di Agrigento, Lisa Gatto, che ha revocato gli arresti domiciliari ad Angelo Graci, all’assessore ai Servizi sociali della sua giunta, Tiziana Zirafi, al vice presidente del Consiglio comunale del paese agrigentino, Nicolò Riccobene, e all’impresario di spettacoli Carmelo Napolitano, arrestati il 24 novembre scorso da carabinieri nell’ambito di un’inchiesta sul pagamento di una presunta tangente.
La decisione del gip si basa sull’esigenza cautelare che il giudice ritiene venute meno ma non il quadro accusatorio. La revoca degli arresti domiciliari, infatti, è stata sostituita con misure restrittive alternative: il divieto di dimora a Licata per il sindaco Graci e quello di svolgere l’attività di imprenditore a Napolitano e quella amministrativa all’assessore Zirafi. Nessun provvedimento, su parere conforme della Procura, é stato adottato per Riccobene che si è dimesso dal suo incarico pubblico. Secondo l’accusa i tre amministratori avrebbero ricevuto sei mila euro dall’impresario per stipulare con lui l’appalto comunale per uno spettacolo musicale realizzato per la festa del Patrono di Licata. La delibera fu adottata per 31.500, una somma superiore rispetto a quella offerta da altre agenzie. Il reato ipotizzato è di corruzione aggravata in concorso per atto contrario ai doveri d’ufficio. (Ansa)