Rifiuti, nuova ordinanza di Crocetta | Ma il Tar avverte: “Non può farlo”

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01 Febbraio 2017, 19:27

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PALERMO – “Una nuova ordinanza per il sistema dei rifiuti”. L’annuncio è giunto da Palazzo d’Orleans: domani è prevista la firma a margine di una conferenza stampa. L’atto del governatore Crocetta predisposto dall’assessore all’Energia Vania Contrafatto, di fatto, proroga la precedente ordinanza del primo dicembre con le quali si è scelta la strada del “commissariamento” dell’intero settore e i cui effetti sono scaduti proprio oggi. Così, ecco la proroga. Ma una ordinanza del Tar getta ombre su questa scelta del governo.

“L’ordinanza – spiega Crocetta – descrive l’attuale situazione dei rifiuti caratterizzata dal ddl di riforma che è attualmente fermo nelle commissioni di merito e non è stato quindi approvato dall’Ars; la coesistenza di strutture diverse esistenti sul territorio, in particolare la presenza di Ato che dovrebbero essere in liquidazione e che continuano a gestire e le difficoltà di tali Ato nella gestione perché fortemente indebitati e con decreti di pignoramento da parte dei fornitori; le nuove società ambito Srr ancora non operative, per quanto dal 2013 dovrebbero avere già sostituito gli Ato e di gare di ambito che, in diversi casi, non sono state avviate; l’impiantistica che non viene promossa né da Ato né da Srr”.

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Ma sulla nuova ordinanza, ecco il fortissimo rischio di ricorsi e di una quasi certa “bocciatura”. Una previsione suggerita da una recente ordinanza del Tar che, nei fatti, rigetta un ricorso presentato dall’Ato rifiuti di Ragusa, difeso dagli avvocati Antonio Barone e Gaetano Armao. Ma l’atto del Tribunale amministrativo è assai indicativo, perché superando i limiti di una semplice ordinanza, i giudici decidono di entrare praticamente nel merito. Il 16 gennaio scorso, infatti, il Tar Palermo respinge il ricorso dell’Ato ragusano contro la precedente ordinanza del governo, solo perché questa sarebbe “scaduta” appena due settimane prima. Ma come detto i giudici vanno sorprendentemente un po’ oltre. E pur rigettando il ricorso proprio perché quella ordinanza aveva già, di fatto, compiuto i suoi effetti, ritiene lo stesso ricorso “fondato”. Il motivo? “Per il complesso contenuto dell’ordinanza (che sembrerebbe addirittura ipotizzare l’adozione di altra ordinanza ex art. 191 D.lgs. n. 152/06: vd. art. 1. 13 e 14) e per la delicatezza della materia su cui essa incide – si legge infatti – merita, in ogni caso, di essere evidenziata la plausibile fondatezza del ricorso, non solo in ordine alla denunciata carenza dei presupposti per l’esercizio del potere straordinario di cui all’art. 191 cit., ma anche in merito alla dedotta violazione della normativa civilistica in tema di liquidazione delle società per azioni”.

Insomma, il Tar quindici giorni fa paventa già la reiterazione di quella ordinanza. E usando il termine “addirittura”. E in effetti la reiterazione dell’ordinanza di Crocetta è prevista proprio domani. Nonostante, si legge appunto nell’ordinanza del Tar, la fondatezza del ricorso sulla “carenza dei presupposti per l’esercizio del potere straordinario” e “anche in merito alla dedotta violazione della normativa civilistica in tema di liquidazione delle società per azioni”. Già, perché nelle ordinanze del presidente c’è una intera riforma del settore. Comprese le norme che prevedono la gestione commissariale degli Ato, in vista del loro scioglimento e delle nascita delle nuove Srr, le norme relative alle assunzioni del personale. La nuova ordinanza – conclude Crocetta – consentirà finalmente di avere quella svolta sui rifiuti che è necessario attuare dopo diversi anni dell’entrata in vigore della legge 9”. Ma l’ordinanza, ha avvisato il Tar, rischia di essere illegittima e di violare persino le norme del diritto civile. Una ordinanza “zoppa”, prima ancora di vedere la luce.

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