Riproduzione, Balistreri| pubblica un saggio

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11 Maggio 2016, 09:38

8 min di lettura

CATANIA – Per la prima volta al mondo due equipe di scienziati sono riuscite a coltivare embrioni umani in 
vitro per 13 giorni, finora infatti non erano mai sopravvissuti oltre il nono. Clonazione, gameti in 
vitro, utero artificiale, ingegneria genetica sono questi i temi che accendono le speranze di coloro 
che, non potendo avere un figlio naturalmente, si affidano alla scienza e al progresso tecnico. In 
tal senso anche gli omosessuali che lo desiderano, hanno affidato alle umane sorti progressive, la 
loro speranza di avere un figlio. E la scienza, la tecnologia e infine anche la società sembrano aver 
ascoltato i loro aneliti genitoriali tanto che oggi è diventato sempre più realistico pensare che due
uomini, o due donne, possano avere un figlio.

Egoismo o diritto naturale?
Se n’è parlato in questi giorni a Catania con Maurizio Balistreri, ricercatore di Filosofia Morale 
presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, il quale è 
impegnato nella presentazione nazionale del suo ultimo libro sul tema, che s’intitola proprio: “Il 
futuro della riproduzione umana”, edito da Fandango, Roma.

Qualche mese fa infiammava la polemica sulle adozioni gay, poi stralciate dal ddl Cirinnà 
sulle coppie di fatto. Ma per le coppie omosessuali, secondo lei è giusto che abbiano diritto 
ad un figlio?
Non solo è giusto che le coppie dello stesso sesso abbiano il diritto di avere un figlio ma nei
prossimi decenni lo sviluppo scientifico e tecnologico potrebbe permettere anche a persone dello
stesso sesso di avere insieme, se lo desiderano, un proprio figlio biologico senza ricorrere ad un
donatore di gameti. Oggi soltanto le coppie eterosessuali possono avere un figlio a partire dal
proprio codice genetico, domani anche le coppie gay o lesbiche potrebbero avere
quest’opportunità, in quanto dalle cellule del corpo di ogni persona si potrebbero ottenere sia
spermatozoi che cellule uovo. Naturalmente, almeno finché non sarà possibile sviluppare un
embrione al di fuori del corpo materno, le coppie gay avranno sempre bisogno di una donna che
porta avanti la gestazione per loro. Ma la gestazione per altri può essere scelta per ragioni
esclusivamente altruistiche e inoltre le forme che prevedono un compenso economico possono
essere regolamentate per escludere qualsiasi sfruttamento.

Siamo sicuri che i figli cresciuti all’interno di un rapporto omosessuale non abbiano traumi
psicologici per il fatto di vivere in un ambiente familiare poco convenzionale?
Le ricerche condotte sui bambini di coppie dello stesso sesso non evidenziano elementi negativi,
come ad esempio traumi psicologici, rispetto ai bambini che nascono e crescono con genitori
eterosessuali. Quello che emerge è che per un bambino non è importante l’orientamento sessuale
dei propri genitori quanto piuttosto la loro capacità di volergli bene e di crescerlo in un ambiente
sereno. Quindi non abbiamo motivo per negare alle coppie dello stesso sesso il diritto di avere un
figlio: questo, del resto, è ormai un dato acquisito di molti paesi europei e del mondo occidentale.
Ma lo stesso discorso si potrebbe fare per i bambini che domani potrebbero nascere con un solo
genitore biologico: in futuro potrebbero essere sviluppate tecnologie riproduttive (come, ad
esempio, la clonazione, la partenogenesi e i gameti artificiali) che potrebbero aprire scenari di
questo tipo. Non soltanto di famiglie con un solo genitore, per morte o assenza del partner, è pieno
il mondo, ma le ricerche che abbiamo mostrano che i bambini di donne sole, per scelta, possono
crescere bene.

Non crede che stiamo compiendo un salto nel buio? Il campione analizzato da questi studi 
da Lei citati quanto è rappresentativo della situazione reale?

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Capisco la preoccupazione che hanno ancora molte persone. Comprendo anche le resistenze di
quanti sono nati e cresciuti in un altro periodo storico, caratterizzato da un particolare sfondo
culturale, e la loro fatica ad accettare i grandi cambiamenti che stanno avvenendo nelle società
occidentali. C’è una difficoltà naturale a valutare obiettivamente le cose che si presentano per la
prima volta, una predisposizione altrettanto naturale a non deviare dal comportamento abituale e


soprattutto abbiamo alle spalle un modello di riproduzione, incoraggiato dalla cultura e
dall’educazione, che nel nostro paese non favorisce i matrimonio e la genitorialità delle coppie gay
e lesbiche. Sono convinto però che siamo anche capaci di assimilare “ciò che è nuovo” e in questo
modo di trasformarlo in qualcosa che completa e caratterizza la nostra umana: non ho dubbi
pertanto che molto presto anche da noi i diritti delle persone dello stesso sesso vengano
pienamente riconosciuti. Quello che vogliono dire, in altri termini, è che i nostri atteggiamenti e
giudizi cambiano. Questo è avvenuto già con la riproduzione assistita che, dopo essere stata
percepita come una tecnologia incompatibile con la nostra umanità, appare oggi come un modo
alternativo per far nascere bambini. Qualcosa del genere potrebbe accadere in futuro con le nuove
tecniche riproduttive che potrebbero perdere quella patina di perversione che ancora le
accompagna.

Io mi chiedo quale sia il limite. La religione, per esempio, pone dei limiti chiari. La coppia è
costituita dall’unione di un uomo con una donna ed in seno a questa unione è possibile 
avere dei figli.
Qui i limiti morali a questo punto quali sarebbero? Dove va la ricerca in questo senso?
 
Riguardo alla morale, dal mio punto di vista, c’è sicuramente un progresso morale perché ci
troviamo in una fase di passaggio in cui persone che fino ad ora erano state escluse dal pieno
godimento dei diritti fondamentali vengono finalmente riconosciute come membri effettivi della
nostra comunità morale, quindi secondo me siamo in una fase importante di allargamento del
cerchio della moralità a individui che prima invece ne erano esclusi. Una fase che si ripete nella
storia. Prima ad esempio alle donne venivano negati tanti diritti. E le persone venivano
discriminate sulla base del colore della pelle. Oggi un atteggiamento di questo tipo appare ormai
inaccettabile. Domani anche nel nostro paese apparirà inaccettabile penalizzare le persone – e non
riconoscere, ad esempio, il loro diritto ad avere una famiglia – soltanto perché amano persone del
loro stesso sesso.

Un’inclusione morale e sociale che però per la prima volta supera un limite naturale e 
religioso. Gli uomini e le donne di diverso colore della pelle sono considerati fratelli dal 
punta di vista religioso cristiano, per esempio, mentre il figlio nato dalla coppia 
omosessuale è qualcosa di estremamente artefatto, una chimera si direbbe, nata solo grazie 
allo sviluppo tecnologico.
 
Finora avevamo l’idea che la riproduzione dovesse essere legata alla sessualità. Il momento
generativo legato al momento unitivo sessuale. Ormai questi due momenti si sono separati. Non
solo attraverso la contraccezione possiamo fare sesso senza avere dei figli. Ma oggi grazie alle
nuove tecnologie possiamo avere dei figli senza rapporti sessuali, concependo gli embrioni in
provetta. Ciò permette di avere dei figli senza il concepimento naturale a persone che altrimenti
non potrebbero riprodursi: e questo dà opportunità nuove non soltanto a donne che, ad esempio,
non hanno più cellule uovo, ma, per l’appunto, anche coppie dello stesso sesso. Oggi, per altro, le
coppie gay e lesbiche hanno bisogno degli spermatozoi di un donatore o degli ovociti di una
donatrice, ma, come dicevo, è possibile che questo in futuro non sarà più necessario perché ogni
donna, oltre alle cellule uovo, potrà avere e usare per la riproduzione anche spermatozoi e gli
uomini, oltre agli spermatozoi, anche ovociti. Mi riferisco alle ricerche sui gameti artificiali che,
come spiego nel libro, potrebbero cambiare radicalmente lo scenario riproduttivo permettendo, ad
esempio, anche di avere un figlio da soli.

L’uomo si sostituisce a Dio, secondo lei?
Credo che gli esseri umani da sempre cerchino di intervenire sulla natura e modificarla a proprio
vantaggio. È successo 2000 anni or sono, è successo 100 anni fa e continua sempre ad essere.
Sin dai tempi del fuoco l’uomo, per esempio, ha pensato di intervenire sulla natura cuocere il
proprio cibo. Anche questa è un’alterazione tecnologica della natura utile all’essere umano per
masticare, digerire meglio le carni degli animali, per esempio, e ricavarne un maggior valore
nutritivo. Ancora oggi continuiamo a modificare il nostro orizzonte naturale, anche per quanto




 riguardo la riproduzione. In questi termini, lo sviluppo di nuove tecnologie riproduttive è qualcosa
del tutto naturale.

Cosa possiamo aspettarci in futuro nel campo della riproduzione?
 
Finora ognuno di noi è venuto al mondo da due genitori o ascendenti biologici: un uomo e una
donna. Nel prossimo futuro questa condizione potrebbe cambiare, in quanto accanto ad individui
che nascondo da una sola persona (pensi anche alle possibilità che potrebbe aprire la clonazione
riproduttiva), ci potrebbero essere persone con un numero imprevedibile di ascendenti biologici.
La più grande rivoluzione che le nuove tecnologie riproduttive promettono è legata alla scomparsa
della sterilità, in quanto ognuno di noi potrebbe avere spermatozoi e cellule uovo per tutta la vita.
Ma potremmo arrivare anche a sviluppare un utero artificiale e quindi essere in grado di avviare e
seguire la crescita dell’embrione al di fuori del corpo materno e le nuove tecniche di ingegneria
genetica (genome editing) potrebbero metterci nella condizione non soltanto di curare ma anche di
potenziare le capacità umana. Ci aspetta un futuro che ancora non siamo capaci di immaginare.
Cambiamenti non meno importanti potrebbero avvenire poi anche a livello sociale e famigliare in
quanto, come spiego sempre nel libro, si potrebbe nascere da un numero variabile di genitore.

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11 Maggio 2016, 09:38

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