Riscossione in mezzo al guado |Sindacati all’attacco della politica

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22 Settembre 2018, 18:55

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PALERMO – La commissione Affari istituzionali dell’Ars non riesce a varare un Cda per Riscossione Sicilia e i sindacati Fisac-Cgil, Ugl e Unisin denunciano lo stallo. “Qual è il piano malefico – scrivono le organizzazioni sindacali – che induce la politica regionale, nonostante la situazione disastrosa in cui versano le casse della Regione, a lasciare una società strategica come Riscossione Sicilia, da oltre 400 giorni, senza un Consiglio di amministrazione?”.

La situazione è impantanata. La società che ha come compito la riscossione dei tributi in Sicilia è senza guida praticamente da quando Antonio Fiumefreddo si è dimesso. Il governo Musumeci era riuscito a nominare l’ex generale dalla guardia di finanza Domenico Achille ma il suo regno durò poco: si dimise dopo pochi giorni.

Il governo, così, ha proposto nuove nomine che la prima commissione avrebbe dovuto varare mercoledì scorso. C’era l’accordo sul nome del presidente, l’esperto tributarista Vito Branca, e sui componenti del Cda Massimo Giaconia, commercialista e fiscalista internazionale, e Gaetana Palermo, avvocato e consigliere comunale ad Enna. Ma proprio la maggioranza ha fatto mancare il numero legale, facendo saltare i piani.

E così i sindacati sollevano la protesta verso i circa quattrocento giorni di assenza di governance. “In un periodo così lungo – prosegue la nota sindacale – si varano leggi articolate e complesse come anche si progettano palazzi, ponti e autostrade mentre la politica siciliana non è ancora stata in grado di dare un Consiglio di Amministrazione, peraltro già designato dal presidente della Regione, a Riscossione Sicilia”.

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“E seppure appare evidente che una efficiente attività di riscossione delle imposte assicurerebbe la liquidità necessaria alla Regione per garantire i servizi indispensabili ai cittadini siciliani (sanità, lavoro, assistenza, etc.), dobbiamo registrare, sino a prova contraria, che questa classe politica preferisce anteporre il proprio interesse di bottega – proseguono – al bene pubblico e ai bisogni dei cittadini”.

“Tenuto conto delle note condizioni critiche in cui versa Riscossione Sicilia – aggiungono i sindacati -, ulteriormente deteriorate a causa di questo lungo periodo di immobilismo gestionale, l’unica soluzione di buon senso è quella di trovare rapidamente un accordo con il Governo nazionale per far confluire funzioni e Personale dipendente senza soluzione di continuità, nell’Ente nazionale Agenzia delle Entrate-Riscossione”.

“Non si può non constatare – affermano – come il lungo ritardo accumulato nel realizzare tale passaggio abbia reso ancora più grave la situazione societaria, che dopo decenni di perdite, nonostante ripetute ricapitalizzazioni a carico delle tasse regionali, oggi registra anche un grave deficit finanziario senza precedenti. Tale mancanza di liquidità – continuano i rappresentanti dei lavoratori – ha provocato l’omesso riversamento alla Regione di circa 70 milioni di euro, che, conseguentemente, ha comportato l’irrogazione di sanzioni amministrative ad oggi attestate ad oltre 12 milioni di euro ma che sono destinate purtroppo a crescere per ulteriori svariati milioni di euro nei prossimi mesi, a carico dei cittadini siciliani”.

E ancora: “Questo governo risulta omissivo rispetto all’obbligo della nomina del Consiglio di amministrazione – proseguono – la cui missione, come previsto dalla legge, è quella di traghettare il sistema della riscossione siciliana nell’ambito di quello nazionale! – e chiosano -. Bisogna quindi far presto e rimuovere ogni incomprensibile e colpevole ostacolo, affinché anche in Sicilia possa operare il più efficiente presidio di riscossione assicurato con le identiche modalità garantite nel resto del territorio nazionale”.

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22 Settembre 2018, 18:55

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