25 Giugno 2024, 06:50
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Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati, buonasera.
“Buonasera”.
Permette che rileggiamo insieme l’analisi del nostro Salvo Cataldo sulle Europee e l’erigibile ‘Casa dei moderati?
“Prego”.
‘L’esperimento politico è riuscito e allora per gli ideatori appare normale pensare a un prosieguo: resta da capire con che modalità. La lista Forza Italia-Moderati, con il supporto di Dc e Mpa, ha portato a casa il 23,7% in Sicilia e così, all’indomani del voto, tutti i protagonisti di quello che, di fatto, è l’unico esperimento centrista riuscito degli ultimi anni si interrogano sul domani’. Lei concorda?
“Ineccepibile”.
Come sarà il prosieguo?
“Intanto, diciamo subito che il risultato è figlio di una impostazione che privilegia la scelta politica di dare corpo al Partito Popolare, tra Forza Italia, Noi Moderati e la Nuova DC di Cuffaro. Senza dimenticare il movimento civico dei sindaci e gli autonomisti di Raffaele Lombardo. Non una semplice sommatoria”.
No?
“Gli elettori hanno premiato una novità. La possibilità di stabilizzare la maggioranza di centrodestra con un centro forte e autorevole che bilanci un governo di destra-centro”.
Vi ha favorito, indubbiamente, la divisione dell’ex arcipelago centrista di Renzi e Calenda.
“Ci ha dato ragione, semmai. Il tentativo di costruire un centro sganciato dal bipolarismo, che è consolidato, ha caratteristiche velleitarie e marginali. Abbiamo dato vita noi al centro utile che ha trovato la sua massima espressione in Sicilia, grazie anche alla volontà del presidente Renato Schifani di aggregare le forze moderate dell’Isola”.
Infatti, nelle vostre ‘terzine’, si dice, avete votato il recordman Edy Tamajo, forzista e ‘alfiere presidenziale’, oltre il candidato di ‘Noi Moderati’, Massimo Dell’Utri.
“Sì, Tamajo è stato largamente presente, nel cammino di una integrazione. Non sono mancati i voti per lui, Chinnici, Grasso e qualche altro”.
E adesso andrete a Palazzo d’Orleans a discutere di rimpasto…
“Con il presidente ci siamo incontrati stamattina (ieri mattina, ndr). Noi abbiamo combattuto una battaglia di prospettiva e ci aspettiamo di essere coinvolti nelle scelte di governo, così come nelle politiche”.
Avete già un nome eventualmente assessorabile?
“Come è accaduto per le Europee, per la scelta, se ci sarà una scelta da compiere, riuniremo i nostri organi e decideremo”.
Le priorità?
“Affrontare le emergenze che non sono più tali, perché durano da decenni, con le necessarie soluzioni infrastrutturali. E rilanciare il turismo della Sicilia, con i suoi tesori. Tutte cose che hanno bisogno di programmazione”.
La prospettiva politica è..
“…La missione è quella del Partito Popolare, lo ripeto. La federazione con la Dc avrà ulteriori passi avanti, in una ipotesi unitaria che possa essere anticipatrice di un coinvolgimento di Forza Italia”.
Con un nome diverso?
“Il tema non è questo, al momento, ma andare tutti nella stessa direzione. Pure, lo ribadisco, con Forza Italia”.
Dunque, siete stati compartecipi del boom di Tamajo, in termini di preferenze?
“Edy, ancora una volta, ha dimostrato che, con la caparbietà, il lavoro, l’umiltà e lo studio, arrivano i risultati”.
Lo vedrebbe meglio a Palermo o a Strasburgo-Bruxelles?
“Sceglierà lui che sta facendo benissimo all’assessorato Attività produttive. Io credo che, se optasse per la sede europea, sarebbe una pedina importante che viene meno per il governo”.
Lo vedrebbe perfino meglio alla Sanità, traguardo non impossibile, secondo certi spifferi?
“In politica, facendo, si impara. Sarebbe una bella sfida che Edy potrebbe vincere”.
Il giudizio di Saverio Romano sull’Autonomia differenziata?
“La legge entrerà in vigore quando ci saranno i famosi lep, i livelli di assistenza. Il governo nazionale, che ha una visione completa dell’Italia, non permetterà che l’unità venga scalfita. Le polemiche mi sembrano esagerate. Il Pil del mezzogiorno, negli ultimi mesi, è cresciuto di più. Abbiamo un Sud responsabile che può diventare il traino”.
A Palermo c’è stato il Pride. In favore si sono espressi il sindaco Lagalla e l’assessore Tamajo, per il no, fermamente, l’onorevole meloniana Carolina Varchi. Lei dove si colloca?
“Ritengo, l’ho detto nella campagna elettorale, che il centrodestra abbia la necessità di discostarsi da slogan che lo dipingono come retrogrado e scarsamente interessato ai diritti civili. Le politiche del centrodestra non discriminano, ma, allo stesso tempo, non può passare il messaggio che solo chi grida può ottenere di più”.
Il sindaco ha ragione sul punto?
“Credo che abbia fatto bene a partecipare, ma credo pure che dovrebbe prendere le distanze da certe manifestazioni che diventano il mezzo di propaganda di un modello di società che io non condivido”.
Una risposta da perfetto democristiano…
“A presto”.
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25 Giugno 2024, 06:50