“Prendiamo atto delle valutazioni dell’Agenas, ma quei giudizi non hanno tenuto conto del “’contesto ambientale’ all’interno del quale si sono mossi i manager”. Così, ecco prevalere la necessità di assicurare una “continuità amministrativa” nelle aziende sanitarie siciliani. Tutti salvi, quindi, i dirigenti il cui contratto era in scadenza il 31 agosto, compresi i sei manager bocciati dall’organismo di valutazione voluto proprio dalla Regione. Con una piccola variazione di “status”: chi era dirigente generale, diventerà un commissario straordinario. Questo, non tanto per volontà dell’amministrazione regionale, quanto per i paletti posti dalla cosiddetta “legge bloccanomine” approvata dall’Ars a fine luglio.
Restano quindi in carica dieci super-dirigenti. Compresi i sei per i quali l’Agenas aveva espresso un giudizio negativo. Si tratta di “Salvatore Cirignotta dell’Asp di Palermo, Mario La Rocca del Policlinico “Paolo Giaccone”, Salvatore Di Rosa al vertice di “Villa Sofia-Cervello”, Nicola Baldari dell’Asp di Enna, Franco Maniscalco dell’Asp di Siracusa e Armando Giacalone del Policlinico di Catania, il cui mandato è però in scadenza a febbraio 2013.
Gli altri rinnovi riguardano Francesco Poli (Cannizzaro di Catania), Angelo Pellicanò (Garibaldi di Catania), Giuseppe Pecoraro (Policlinico di Messina), Armando Caruso (Papardo – Piemonte di Messina), Paolo Cantaro (Asp di Caltanissetta), Fabrizio De Nicola (Asp di Trapani). Svolgono già le funzioni di commissario straordinario, invece, Mario Zappia (Asp di Siracusa), Salvatore Cirignotta (Asp di Ragusa), Carmelo Pullara (Civico di Palermo), Salvatore Messina (Asp di Agrigento), Manlio Magistri (Asp di Messina), Gaetano Sirna (Asp di Catania).
“Non trattandosi di un rinnovo del mandato di direttore generale – ha spiegato l’assessore Russo – le valutazioni espresse dall’Agenas risultano inconferenti rispetto all’obbligo, introdotto dalla legge regionale, di nominare commissari straordinari gli stessi direttori generali arrivati a scadenza naturale del loro contratto. D’altra parte, la ratio della legge è quella di assicurare la continuità amministrativa delle aziende per qualche settimana e di rimettere al nuovo governo regionale la scelta dei nuovi manager. Era importante, pero’, – ha aggiunto Russo – ribadire la validità del sistema di controllo sull’operato dei propri manager che la Sicilia ha scelto di creare con la legge di riforma del sistema sanitario, affidando a un ente terzo, l’Agenas, sia la valutazione degli obiettivi annuali, sia la complessiva azione amministrativa svolta dai manager nel corso dell’intero mandato”.
Una valutazione della quale la Regione ha tenuto conto, ma fino a un certo punto. “Nel prendere atto dei sei giudizi di insufficienza espressi dall’Agenas – ha precisato Russo – va anche sottolineato che i parametri di valutazione non hanno tenuto conto del contesto ambientale nel quale ciascun manager ha operato”.
Il rinnovo di questi contratti potrebbe rappresentare l’ultimo atto formale dell’assessore Russo, che ha già deciso di rassegnare le proprie dimissioni e di tornare a fare il magistrato. Secondo diverse voci, la conferma dei sei manager bocciati dall’Agenas avrebbe aggravato il rapporto tra l’assessore e il presidente Lombardo, al punto da spingere Russo ad abbandonare l’esecutivo. Ma l’assessore smentisce che il “casus belli” per la sua uscita dalla giunta sia legato al rinnovo dei contratti dei manager.
“Poiché le nomine dei commissari straordinari ricadono nella competenza esclusiva dell’assessore per la Salute – ha puntualizzato infatti Russo – smentisco categoricamente che su questo tema ci siano state divergenze con il presidente della Regione Lombardo, con il quale semmai le radicali contrapposizioni riguardano ben altre motivazioni”. E le “ben altre motivazioni”, infatti, riguardano le scelte puramente “politiche” del governatore: quelle di allearsi in vista delle elezioni regionali con Gianfranco Micciché, vanificando la spinta “rinnovatrice” dell’attività dello stesso Massimo Russo. L’assessore che fu indicato come presidente, ma che presto tornerà a fare il magistrato.