PALERMO – “Il centrodestra deve essere unito al di là delle simpatie e delle antipatie”. Il presidente della Regione Nello Musumeci arrivando alla convention di Diventerà Bellissima a piazza Verdi a Palermo lancia un appello “che vada al di là della Sicilia” e invita il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè a superare gli attriti per costruire una realtà forte nel Mezzogiorno. “La diversità di vedute è fisiologica, altrimenti avremmo un partito unico, ma non è così ed è un bene che non lo sia”, ha aggiunto.
Diventerà Bellissima, quindi, è pronta a fare il salto nazionale, a superare i confini regionali, come hanno spiegato a turno tutti i parlamentari regionali del movimento del governatore salendo sul palco davanti al Teatro Massimo. “Questo movimento non può più restare ancorato alla Sicilia”. Musumeci, dal canto suo, ha detto chiaro e tondo che “chi vuole entrare nel centrodestra deve condividere il progetto. Io non sono stato eletto per fare il mercante di coscienze”. Per Musumeci le Europee hanno dimostrato che “quando il centrodestra è unito può vincere. In Sicilia il centrodestra ha la maggioranza morale. Noi dobbiamo essere la speranza per quei siciliani che non sanno più per chi votare davanti a questa politica svuotata di valori”.
“Ecco perché – ha aggiunto Musumeci – noi nel Mezzogiorno d’Italia vogliamo esserci. E tra qualche mese decideremo se essere una Federazione o se stabilire un’alleanza con la Lega”. Il presidente è pronto a metterci la faccia, a impegnarsi, rinunciando, se il caso, anche al piano di ritirarsi in campagna dopo questa legislatura. “A chi va in giro e si impegna per prendere il mio posto dico: non mi piacciono approfittatori e speculatori. Questo non è il tempo per andare in campagna, è il tempo di mettere la spalla sotto al fercolo del Santo, altrimenti il Santo non cammina. E questo santo ha un nome: si chiama Sicilia”.
L’obiettivo per il presidente è quello di non lasciare la Sicilia ai 5 Stelle: “Il M5s si nutre della disperazione della gente; hanno bisogno del disorientamento della gente, hanno bisogno di combattere l’avversario con qualsiasi mezzo”. E il più duro attacco del presidente è diretto al ministro grillino dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, etichettato come “calamità nazionale”. “Qualcuno spieghi al ministro che in Sicilia le strade sono di competenza comunale, provinciale e Statale. Le nostre strade sono in mano allo Stato. Toninelli viene qui solo per fare campagna elettorale”.
“Ma non potevamo lasciare la Sicilia nemmeno in mano alla sinistra – aggiunge il governatore dal palco di piazza Verdi – perché hanno lasciato una Regione di macerie. Sotto ogni mattone troviamo macerie”.
Musumeci ha parlato anche del “disastro dei conti”: “Abbiamo trovato due miliardi di debiti, siamo dovuti andare a Roma più volte per trattare. E ancora aspettiamo tante risposte”.
A margine il presidente della Regione si è soffermato sul tema del rimpasto della sua giunta: “Non ci sono trattative, faremo solo piccoli aggiustamenti, la squadra ha ancora la mia fiducia. Certamente non cambierò 54 assessori come ha fatto Crocetta”.
La piazza, che via via si è riempita per ascoltare il comizio del presidente, ha applaudito quando Musumeci ha chiesto la defiscalizzazione dei carburanti per i siciliani, “un segno di rispetto per tutti quei siciliani che sono morti di tumore nelle zone più a rischio: Gela, Milazzo e Priolo. Il silenzio di certi parlamentari e di certi esponenti di governo su questo tema è imbarazzante. Noi abbiamo rotto questo silenzio”.
Musumeci ha ricordato anche lo scomparso assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa, “su cui si è abbattuto un tristo destino”. “Ma ci resta la saggezza, il suo esempio. Faraone si è accorto solo oggi che nei parchi archeologici ci sono le erbacce? Avremmo risolto mille problemi se se ne fosse accorto prima visto che il Pd per nove anni ha sgovernato la Sicilia”.
Il presidente, che non ha nascosto in questi ultimi tempi di guardare con attenzione al progetto della Lega per il Sud, ha parlato anche di immigrazione: “Una cosa è il soccorso, altra cosa è l’accoglienza. Non possiamo lasciarli vivere in Sicilia senza una prospettiva: quante ragazze finiscono a prostituirsi, quanti ragazzi diventano manovalanza per la criminalità organizzata? I migranti devono essere spalmati tra tutti i paesi europei affinché l‘Europa dimostri di essere solidale dimostri e di non essere soltanto un progetto per ricchi”.
A proposito di Europa, Musumeci ha spiegato di non apprezzare le politiche europee per il Sud. “Non siamo un popolo di parassiti. Dicono che non sappiamo spendere i fondi europei, servono leggi e modifiche della burocrazia: la burocrazia non può essere un ostacolo insormontabile per chi vuole fare impresa”.
“Dimostriamo – ha detto Musumeci riferendosi al reddito di cittadinanza voluto dal ministro Di Maio – di non essere quel popolo di parassiti che raccontano al Nord. Dobbiamo dire che i siciliani non vogliono assistenzialismo, questa non è la strategia”.
La chiusura del comizio Musumeci la dedica indirettamente al leader della Lega Salvini: “Grazie per questa enorme dimostrazione di affetto. E che Dio ci aiuti, senza rosario nelle mani”.