Salvo, una vita per la solidarietà: |"Aiutare gli altri il dono più grande" - Live Sicilia

Salvo, una vita per la solidarietà: |”Aiutare gli altri il dono più grande”

Nel giorno della Colletta alimentare, la vicenda di un uomo che per i suoi 40 anni ha deciso di farsi un regalo. Ha chiuso i suoi negozi per donare il tempo agli altri.

L'allestimento della mensa

CATANIA – Solidarietà e amore. Ruota intorno a questi due concetti la nuova vita di Salvo D’Amico, volontario della Comunità di Sant’Egidio che, ogni settimana, lavora alla mensa che la Comunità allestisce alla Stazione. Un momento unico, dove il dono del cibo diventa molto di più di un atto di carità: è amore puro verso l’altro, ma anche consapevolezza che, quello che spesso si dà per scontato, un pasto, due al giorno, per molti tanto scontato non è. Per questo il lavoro come quello di Salvo, di Mirella e degli altri volontari ha un valore aggiunto. Come un valore immenso ha la Colletta alimentare – che ricorre oggi in quasi tutti i supermercati d’Italia – e il Banco alimentare che la organizza e che, grazie alle convenzioni attivate, distribuisce gli alimenti raccolti dai cittadini alle strutture che li donano a chi ne ha bisogno.

“Sono volontario da cinque anni – racconta Salvo – sia con l’Unitalsi – mi occupo di disabili che accompagno a Lourdes con il treno bianco – sia con la comunità di Sant’Egidio”. Salvo è un parrucchiere, un professionista affermato che ha deciso, al quarantesimo compleanno, di farsi un regalo. “Pensavo che un grande regalo da farmi fosse materiale – continua – invece, ho deciso si chiudere tre dei quattro negozi che avevo. Di lasciare solo quello di Catania, dove sono cresciuto, e dedicare più tempo alle persone meno fortunate. Cosa che più mi premeva fare. E questo è stato il grande regalo che mi sono fatto”.

Ha deciso di donare il tempo. “Fare qualcosa per gli altri è emozionante – spiega: ma l’emozione più grande è la gratitudine che provo per quello che ho. Perché le persone che vengono in mensa non stanno bene, non possono fare quello che vogliono, mangiare quando hanno fame, scegliere il vestito da mettere. Molti non possono neanche vedere la mamma e il papà. Io invece posso fare tutto questo”.

Pensare agli altri non è un passatempo, è un lavoro a tutti gli effetti anche se non retribuito, se non da un sorriso, da una carezza, da una stretta di mano. E in cui spesso si investe: il cibo alla mensa lo comprano i volontari, che spesso o cucinano, se non arriva dal Banco alimentare e dalla beneficenza. “Sicuramente, aiutare loro per me è diventato un secondo lavoro che mi prende a trecentosessanta gradi – sottolinea Salvo. Spesso, metto da parte anche il mio lavoro principale, per dedicare tempo a chi ne ha bisogno”.

Anche la notte di Natale è in Comunità. “Il 25 dicembre organizziamo una mega pranzo di Natale con circa cinquecento persone – racconta ancora. Se prima non finisco non vado dai miei”. È troppo importante proseguire nell’impegno, perché su quell’impegno sono riposte tante aspettative. “Ci aspettano – continua il volontario. E questo è bellissimo. Quando doniamo il cibo, gli occhi di chi lo riceve esprimono amore perché loro lo sanno che senza di noi non mangiano. Sono degli amici. Io parlo con loro, mi dicono di cosa hanno bisogno. Siamo la loro famiglia, sotto le stelle ma sempre famiglia”.

La sera, alla stazione la fila si forma intorno alle 19. Poco dopo vengono montati i tavoli e allestita la mensa. Alcune volte il cibo basta appena, altre si riesce a fare anche il secondo giro. “Io non avevo mai pensato al valore del cibo – prosegue Salvo – il valore di tante cose. Si arriva ad un punto nella vita in cui pensi che tutto ti è dovuto, che dai tutto per scontato. Pensi che non esiste questo mondo e che questa vita non appartiene a nessuno. Io non avevo mai dato importanza nemmeno a una coperta. Basta aprire l’armadio per trovarne una. Quando mi sono trovato, lo scorso anno, a distribuire oltre duecento coperte a tutte le persone che dormono per strada, ho capito che anche una semplice coperta è tutto in certi casi”.

Amore e solidarietà. “Dando tutto per scontato, veramente non si riesce ad apprezzare tutto quello che si ha. Qui si respira tanto amore – conclude. Quello che ti danno è molto di più di quello che tu dai a loro”.

 


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