PALERMO- Avrebbe dirottato le pazienti dal consultorio pubblico nel suo studio privato. Con l’accusa di abuso d’ufficio il Tribunale di Palermo, presieduto da Vincenzina Massa, ha condannato il medico Giuseppe Lo Bue ad un anno e due mesi di carcere.
Lui si difende sostenendo che nel consultorio familiare in cui lavorava si svolgevano solo attività socio assistenziali. Era normale che per le questioni medico-ginecologiche e i percorsi terapeutici invitasse, e non obbligasse, le paziente a recarsi nel suo studio. Peraltro era stato autorizzato dall’azienda sanitaria a svolgere attività extramoenia. Una difesa che non ha fatto breccia in Tribunale.
Sono tre le donne che hanno denunciato il ginecologo. Una eseguì un tampone vaginale, un’altra una visita, così avrebbe dovuto fare la terza paziente che, però, declinò l’invito. Per quest’ultimo episodio all’imputato viene contestato il tentativo di abuso d’ufficio. Molti di più, probabilmente, sulla base di un’indagine interna, sarebbero stati i casi. Mai finiti nel fascicolo del dibattimento, però. Quando, su richiesta del pubblico ministero Maria Forti, Lo Bue fu rinviato a giudizio, venne sospeso per un mese e trasferito d’ufficio. Non presta più servizio nel consultorio dello Zen e del Villaggio Ruffini. Ora non si escludono nuovi sviluppi disciplinari.
Le pazienti sarebbero state dirottate nello studio di via Marchese di Villabianca, applicando, secondo le testimonianze, prezzi concorrenziali rispetto ad una struttura sanitaria pubblica. Il medico, dal canto suo, ha detto di non avere mai incassato denaro. Si sarebbe limitato a fare delle cortesie alle pazienti che avevano pagato il ticket in un vicino laboratorio di analisi e al quale avrebbe inviato le provette dei prelievi e i tamponi vaginali. Di diverso avviso i carabinieri del Nucleo antisofisticazione che presentarono al pubblico ministero l’informativa su cui si regge il processo, ora chiuso con una condanna in primo grado.
Ben più grave era stato il quadro emerso dall’indagine interna dell’Azienda sanitaria provinciale. Diverse le pazienti che avrebbero parlato di irregolarità, ma solo in tre presentarono la denuncia.
Aggiornamento del 14 novembre ore 13.14. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota dell’Ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello.
Fra i commenti a margine dell’articolo di Riccardo Lo Verso pubblicato in data odierna su Live Sicilia, in merito al medico ginecologo Giuseppe Lo Bue condannato per avere dirottato le pazienti dal consultorio pubblico al suo studio privato, si fa riferimento al Direttore facente funzioni dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di questa Azienda. Si precisa che il Dottore Giuseppe Lo Bue, che ha subito la condanna, nulla ha a che fare con il Dottore Vincenzo Lo Bue, attuale Direttore facente funzioni dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia di questa Azienda ospedaliera. Si tratta dunque di due persone diverse. Il Dottore Vincenzo Lo Bue ha sempre lavorato all’interno di questa Azienda, non ha mai prestato servizio in consultori pubblici e vanta un curriculum professionale di assoluto livello, frutto di un percorso professionale trasparente e ineccepibile.