CATANIA. Di seguito, la nota inviata dal Codacons:
“M.S. queste le iniziali della 78 enne, inizia il suo calvario il 13 febbraio scorso quando, a causa della demenza senile che l’ha colpita, subisce una rovinosa caduta fratturandosi una vertebra e alcune costole. Viene ricoverata presso il Garibaldi Centro e poi trasferita al Garibaldi Nesima, dove rimane 15 giorni. Non essendoci strutture disponibili dove potere effettuare la riabilitazione, la donna viene collocata in una casa famiglia. Le sue condizioni di salute però peggiorano e a seguito di visita con un medico dell’Asp viene prescritta una sedia posturale. La figlia della donna – che si ora rivolta al Codacons per denunciare l’ennesimo caso di malasanità in Sicilia – avvia le pratiche per ottenere tale sedia, ma il riscontro da parte dell’apposita Commissione è negativo, perché manca alla documentazione presentata la diagnosi che attesti l’aggravamento dell’anziana, diagnosi che tuttavia era già stata presentata in precedenza. Nonostante il diniego, una settimana dopo arriva a casa della signora una sedia posturale, che però non viene collaudata né calibrata secondo la postura di …(mettere le iniziali). Così la figlia della donna è costretta a tornare all’Asp e chiedere il collaudo della sedia, ma le viene risposto che il prodotto consegnatole non era corretto e pertanto andava restituito. Nessuno si presenta a ritirare il prodotto e dopo una serie di altre visite della figlia all’Asp chide in alternativa al posto della sedia posturale un girello. Prepara la documentazione per la richiesta ma scopre che questa deve essere presentata direttamente dal paziente (quindi l’anziana madre disabile) o da un medico! A distanza di 8 mesi dall’incidente, M.S. oggi è costretta a letto, perché ritardi burocratici, informazioni sbagliate e una assistenza sanitaria da terzo mondo le impediscono di ottenere ciò a cui ha diritto: una sedia posturale o un girello che la aiuti a deambulare.
“Il danno prodotto dalla burocrazia a questa donna è immenso – afferma il Codacons -. Da un lato l’anziana non può uscire di casa o compiere i più semplici movimenti perché non le viene fornito il sostegno cui ha diritto, dall’altro la figlia è costretta a un percorso a ostacoli all’Asp, dove le vengono fornite informazioni sbagliate e contraddittorie. Il Codacons ha deciso di fornire assistenza alla donna per avviare una causa di risarcimento milionaria contro la Asp, in relazione al danno esistenziale prodotto a questa famiglia”.