CATANIA – Se la sanità è stata la croce e delizia del governo Musumeci, allora è sulla sanità che il presidente della Regione giocherà le sue carte migliori. Il messaggio, nella mattinata in cui si inaugura il pronto soccorso dell’ospedale San Marco, nel quartiere Librino, non potrebbe essere più chiaro: nell’anno che li separa dalle elezioni regionali, il presidente della Regione con l’assessore alla sanità Ruggero Razza puntano sull’apertura di nuovi reparti, sulle ristrutturazioni di reparti esistenti e sui numeri per continuare quello che loro stessi, nel corso della conferenza stampa, chiamano più volte “il percorso” della sanità siciliana.
L’ospedale
Il luogo è simbolico: l’ospedale San Marco si trova nella zona sud della città e fa riferimento al Policlinico, che ora, insieme a quello del Gaspare Rodolico, può disporre di due reparti di pronto soccorso. In più, proprio il San Marco fu inaugurato in grande stile, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appena tre mesi prima dell’arrivo del Coronavirus, e proprio per questo fin da subito l’ospedale di Librino ha accolto un altissimo numero di pazienti Covid.
Proprio per supportare il nuovo polo di emergenza, l’Azienda Policlinico ha recentemente avviato le attività di altre due Unità operative complesse, quella di Ortopedia e Chirurgia vascolare, e un servizio di endoscopia. In più, caso raro tra i reparti di pronto soccorso italiani, il personale è, prima ancora di partire, in numero adeguato ai compiti che ci si aspetta che svolga, e per questo tra i medici del pronto soccorso serpeggia un cauto ottimismo. “Vediamo come andrà all’apertura – mormora un camice bianco, mentre rappresentanti delle istituzioni e alte cariche sanitarie girano tra i corridoi tirati a lucido – certo la cura per il dettaglio che è stata messa nel preparare il reparto, dalle strutture all’organizzazione del personale, è altissima e ha colpito me e i miei colleghi”
“Non è una cattedrale nel deserto”
Simbolo perfetto per dare un segnale, in altre parole. I due vertici del governo regionale si dividono il compito di parlarne, con Razza che dà il calcio d’avvio concentrandosi più sugli aspetti strettamente sanitari. “Il San Marco non è una cattedrale nel deserto – dice Razza – ma fa parte di un percorso, quello della ricostruzione e miglioramento della sanità siciliana. Non c’è provincia e non c’è territorio della Sicilia che non sia interessato da un intervento di ricostruzione edilizia o di miglioramento tecnologico. Stiamo lavorando a Messina dove è attivo il cantiere del pronto soccorso del Policlinico, a Palermo al Civico e a Villa Sofia. È stato già finanziato il pronto soccorso dell’ospedale Cervello, si sta per completare quello di Vittoria ed e’ in corso di realizzazione quello di Avola”.
Una mappa che non ammette strappi. Per questo l’unico momento in cui Razza esce dalla visione, dal “percorso” della sanità siciliana presente e futura, è quando in un momento a margine si fa cenno alle polemiche dei giorni scorsi sui punti nascita: “Più che di polemiche parlerei di sciacallaggio – dice Razza – qualche cialtrone ha anche detto che la responsabilità era della Regione, ma ieri ho potuto dimostrare, atti alla mano, che la deroga per esempio del punto nascita di Sant’Agata di Militello non è stata concessa dal Comitato del percorso nascita nazionale. Io voglio sperare, invece, che si possa riattivare presto non solo quel punto nascita, ma che possano essere gestiti in sicurezza”.
“Sono per gli apprezzamenti sobri”
La parte più politica dell’inaugurazione spetta a Nello Musumeci, che dopo aver parlato a margine della gestione regionale del Covid inizia il suo discorso ringraziando tutte le autorità e le istituzioni della città: “Sembra un discorso di commiato – sorride Musumeci – e magari a qualcuno farà piacere”. Poi il presidente della Regione passa a parlare del lavoro fatto nella sanità dal suo governo: “Sono soddisfatto di come si sia potuto lavorare in questi quattro anni nel settore della sanità. Io sono assolutamente digiuno di complimenti, sono per gli apprezzamenti sobri, ma sono contento di come abbiamo lavorato in questi quattro anni”.
Musumeci continua riassumendo i diversi cantieri in corso nei diversi ospedali siciliani: “Stiamo lavorando al cantiere del Garibaldi vecchio. Stiamo progettando l’esecutivo del nuovo ospedale di Siracusa, abbiamo aperto il nuovo ospedale di Ragusa ma mancava l’ampliamento, e anche a quello stiamo lavorando. I lavori sono in corso al pronto soccorso del Policlinico di Messina, per la riqualificazione del pronto soccorso del Civico e del Santa Sofia di Palermo. Quella del pronto soccorso del San Marco è solo una delle tappe nel percorso di riqualificazione della sanità siciliana. Non ci fermiamo però all’apertura di un pronto soccorso: serve vigilare perché non si creino vuoti, creare un clima di collaborazione. In questo modo faremo un segnale sull’inarrestabile marcia della sanità, per consegnare ai nostri ragazzi una sanità degna di questa regione”.
Musumeci parla poi dei diversi lavori in corso nella sanità, riassumendo quello che ha già detto Ruggero Razza, per poi chiosare: “A volte dobbiamo scrivere noi il libro del fato, ma c’è sempre la mano di Dio. La rassegnazione è il male di noi siciliani, ma dobbiamo superarlo, avere la convinzione che la Sicilia, tra qualche anno, anche in tema di sanità non deve avere nulla da invidiare”.