Scandalo all’Istituto Bellini |”Necessario il commissariamento”

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02 Giugno 2017, 17:21

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CATANIA – La vicenda dell’Istituto Bellini come metafora di come vengano gestite le cose in città. In attesa del nome del candidato che correrà per la poltrona di sindaco per il Movimento 5 Stelle, è il caso Bellini – l’operazione The Band – a tenere banco in via Ipogeo, al meetup dei Cinque stelle. Insieme a Franco Tomasello dell’Unicobas che chiede che l’ente sia commissariato e che sia riconsiderato il processo che vede imputati 14 lavoratori per una manifestazione in cui, anni fa, denunciavano proprio le presunte irregolarità.

“Dopo anni di Prefettura, Ispettorato del Lavoro, i lavoratori hanno vinto: il 12 giugno, i nostri assistiti che contestarono con atti scritti alla Guardia di Finanza la gestione anomala del liceo saranno processati – spiega il sindacalista. Noi riteniamo che, alla luce dei fatti avvenuti, questo processo non abbia senso. Abbiamo già presentato apposita istanza. Il Bellini ha ricevuto cento milioni di euro in nove anni – prosegue – la situazione strutturale è pietosa, quella di gestione pure, qualche allievo ha dimostrato disagio anche sull’organizzazione degli esami. Chiediamo dunque che tutti facciano un passo indietro, anche perché la continuità tra Stancanelli e Bianco non può essere messa in discussione e sembra che siamo di fronte a un nuovo “mani sulla città”, versione moderna. Chiediamo che il ministro Fedeli nomini un Commissario ad acta, e poi vedremo come la buona politica sostituirà la mala politica”.

E i Cinque Stelle si candidano per fare loro quel nome. “Il Movimento 5 Stelle chiede alla politica tutta di fare un passo indietro – sottolinea il senatore Mario Giarrusso. Dal momento che è certo che la responsabilità politica è di chi ha amministrato fino adesso, chiediamo che si consenta al Movimento di fare queste nomine, individuando esperti di livello alto che possano sollevare le sorti di un gioiello”.

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Secondo l’esponente del Senato, quello del Bellini non sarebbe un caso isolato e limitato a quattro impiegati. “Da soli non possono aver sottratto 14 milioni di euro – incalza. Non è credibile che questa situazione possa essere maturata in un contesto di degrado, non è credibile la posizione di Franco Bruno, considerato massimo esperto di contabilità pubblica, non è possibile che non si sia accorto di nulla”. Quello scoperchiato, secondo Giarrusso, evidenzierebbe un metodo ben rodato. “Con cui si è saccheggiato in ambito dei beni pubblici – continua Giarrusso. Soldi che servivano per un istituto importantissimo in Italia. Questo non poteva essere fatto senza copertura politica – prosegue – il silenzio è complicità. Il paradosso poi – sottolinea – è che per quattordici milioni nessuno si è accorto di nulla, ma si facevano cause e giudizi contro i diritti dei lavoratori”.

Una situazione che dovrebbe causare la reazione della cittadinanza, secondo l’esponente pentastellato, e non “la il cancro che chiama tumore la metastasi”, riferendosi al comunicato inviato da Palazzo degli Elefanti a commento dell’operazione della Guardia di finanza. “Per combattere questo stato di cose – afferma – occorrono tre cose: stampa libera, magistratura libera e cittadini coscienti che le ruberie sono il frutto di un sistema politico in cui tutti sono responsabili, compreso il Coniglio comunale.

 

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02 Giugno 2017, 17:21

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