Scuto, chiesto il sequestro dei beni |Udienza rinviata per la quarta volta

di

19 Giugno 2013, 07:08

3 min di lettura

CATANIA – E’ stata rinviata al prossimo 8 novembre, davanti a una Corte d’appello con altra composizione, l’udienza per le misure preventive patrimoniali e personali nei confronti dell’imprenditore Sebastiano Scuto per la presunta “pericolosità sociale” dell’ex ‘re dei supermercati’ in Sicilia .

Il procedimento, che si svolge in corte d’Appello, disporrebbe, se venissero accolte le richieste del Pg Gaetano Siscaro, il sequestro dei beni personali dell’imprenditore con il successivo avvio della procedura di confisca. In primo grado il tribunale etneo aveva rigettato la proposta presentata dalla procura.

La richiesta relativa all’applicazione delle misure di prevenzione che ha ad oggetto “la pericolosità sociale” di Scuto”, ha subito tre rinvii, l’ultimo lo scorso 11 aprile ad appena una settimana dalla lettura del 18 aprile della sentenza di condanna a 12 anni per associazione mafiosa. L’obiettivo, condiviso dai legali e dal Procuratore Generale Gaetano Siscaro, era quello di attendere proprio la sentenza d’appello per un approfondito esame delle motivazioni, che tuttavia devo ancora essere depositate. A pesare sull’entità della condanna di Scuto è stato il presunto legame per l’espansione economica a Palermo, tramite la società K&K gestita con il socio Vincenzo Milazzo, con il boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano e con i capi del mandamento palermitano di “San Lorenzo” Salvatore e Sandro Lo Piccolo.

La quinta sezione penale del tribunale di Catania presieduta da Maria Grazia Vagliasindi intanto esaminata la richiesta di riesame proposta dai difensori di Sebastiano Scuto, assistito dagli avvocati Guido Ziccone, Giovanni Grasso, ha deciso di annullare per alcuni beni dell’ex “re dei supermercati” il provvedimento di sequestro preventivo disposto dalla Corte d’appello di Catania lo scorso 15 maggio. Tornano così nella disponibilità di Scuto e dei suoi più stretti congiunti alcuni tra fabbricati, agrumeti, terreni agricoli disseminati in diversi comuni alle pendici dell’Etna e decine di appartamenti tra Catania, Letojanni e San Giovanni La Punta, molti dei quali acquistati tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80.

Articoli Correlati

Ad essere accolta dalla corte anche la richiesta di riesame presentata per la società SO.FI.MA s.r.l. così come quella avanzata dai legali di Scuto relativa ai beni intestati alla società “Acqua Madonna del Carmine s.p.a.”. Terreni coltivati e fabbricati oltre a delle quote societarie intestate a Scuto e alla moglie Rita Spina.

Le vicissitudini riguardanti i beni dell’ex “re dei supermercati” iniziarono nel settembre 2001 quando venne disposta la prima misura di sequestro dal gip Ferrara. Con la sentenza di primo grado, in cui Scuto venne condannato a 4 anni e 8 mesi il provvedimento riguardò una quota del 15% tra titoli di società e beni riconducibili alle stesse. Il 18 aprile 2013 l’imprenditore veniva condannato in appello a 12 anni per associazione mafiosa con il relativo sequestro dell’intero capitale sociale, disposizione che venne poi eseguita il 15 maggio con una integrazione riguardanti ulteriori beni. Un provvedimento, in quest’ultimo passaggio, che i legali di Scuto hanno ritenuto nella richiesta di riesame “adottato con gravi e molteplici violazioni di legge, viziato da nullità poiché non vi era un’apposita richiesta del Pg”. Le motivazioni del dissequestro saranno depositate a breve.

 

Pubblicato il

19 Giugno 2013, 07:08

Condividi sui social